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Le montagne, il bestiame, il mondo agricolo tradizionale da un lato. I tabelloni pubblicitari, le baite dell´après-ski e gli eccessi di una sfrenata società del tempo libero dall´altro. I luoghi però sono gli stessi: le Alpi. Appena sei decenni dividono le due realtà, il mondo vecchio da quello nuovo, ma tuttavia è un´intera era. Lois Hechenblaikner mostra in maniera sorprendente come la regione dell´arco alpino sia cambiata nel corso di appena due generazioni. Tramite contrapposizioni egli presenta le foto in bianco e nero del defunto ingegnere agrario Armin Kniely abbinate a rispettive foto a colori da lui scattate, rapportando in tal modo due scene formali di due epoche diverse, una del passato e l´altra di adesso. I contenuti sono differenti, tuttavia le somiglianze formali nella composizione fotografica risultano essere grottesche. Oggi non fiorisce più il paesaggio, ma il turismo di massa. Le mucche ormai sono di plastica di colore lilla, non più balle di fieno vengono trasportate per i prati, ma file di carrelli per il golf. Tramite le contrapposizioni Hechenblaikner analizza con occhio acuto i cambiamenti di un paesaggio agrario in parco giochi per il tempo libero, la perdita delle tradizioni e l´individualizzazione della società. Ogni abbinamento confronta lo spettatore con una nuova freccia spinosa, bizzarra e velenosa, talora tragicomica. Coll´aspra critica dello sfruttamento alpino da parte dell´industria del turismo di massa Hechenblaikner ci mostra un fenomeno regionale, formulando però una verità generica in una lingua senza tempo. Lois Hechenblaikner, nato nel 1958 in Tirolo, ha lavorato per quasi due decenni come fotografo di viaggio in molti paesi asiatici. Dalla metà degli anni novanta il tema centrale delle sue opere fotografiche è il cambiamento del paesaggio Tirolese causato dal turismo e gli effetti subiti dalle persone, attraverso documentazioni e posizioni artistiche forti e scottanti. “L´intima conoscenza dei suoi soggetti, la grande perseveranza e pazienza nel seguire e di conseguenza constatare come event culture e turismo di massa abbiano deturpato il mondo di una volta dei contadini d´alta montagna, fanno di lui il più espressivo documentarista della realtà alpina odierna. Sarcasmo, melancolia, rassegnazione, protesta e polemica si frammischiano nelle sue opere in una sorprendente panoramica della realtà Tirolese.”