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Mostra a cura della Croce viola di Firenze La mostra racconta le condizioni di vita di quello che è stato il più grande campo profughi d’Europa, situato nei pressi della cittadina di Idomeni, nella Grecia del nord, e diventato tristemente famoso quando, a partire dal 2014, i rifugiati scappati dalla guerra civile in Siria, e da altri paesi del Medio Oriente, hanno cominciato a recarsi qui per attraversare il confine greco e raggiungere l’Europa occidentale. Nato come insediamento di transito per i profughi decisi a continuare il loro viaggio verso nord, il campo di Idomeni è diventato stanziale quando il valico è stato chiuso. Le immagini esposte sono quelle scattate da quattro volontari della protezione civile italiana, un’esperta di immigrazione e una giornalista che per sette giorni hanno vissuto con uomini, donne e bambini protagonisti di questo triste “inferno contemporaneo”. 30 scatti che narrano una storia fatta di disperazione mista a orgoglio, frustrazione e dignità, svoltasi nei giorni in cui il governo greco ha deciso di iniziare lo smantellamento del campo e di trasferire gli ospitanti in altre strutture. Nelle foto emerge, cruda, la realtà che i volontari hanno visto entrando nel campo, ormai in fase di sgombero. Ora più che mai ogni sforzo ed ogni riflessione sul tema del confine risultano preziosi, soprattutto se tesi a ricordare il dolore e la difficoltà del vivere e del sopravvivere in luoghi di frontiera. Il Plessi Museum – che da ex dogana si è convertito in area di servizio per chi il confine del Brennero lo sta per attraversare o lo ha appena fatto – risulta un luogo significativo per ospitare e dare risonanza a un progetto espositivo come questo. L’ingresso è gratuito.