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Quattro anni dopo la sua ultima mostra personale nella galleria, Sissa Micheli presenta un nuovo ed emozionante ciclo di opere tra fotografia e film. Indumenti vengono lanciati dentro l’inquadratura, la macchina da presa riprende il loro breve volo. Poi lo scatto della fotocamera, un momento scelto viene catturato e memorizzato, mentre nel frattempo l’indumento è ormai caduto per terra. Indumenti sempre nuovi volano e si irrigidiscono, ogni sequenza di filmato finisce in un freeze frame, culminando, per così dire, nel “momento decisivo”, in cui i tessili deformabili vengono colati in una forma definitiva. Corpi in movimento attraversano gli spazi figurativi immobili che diventano ricettacoli per i proiettili, prima che questi raggiungano il punto finale della traiettoria. Una voce fuoricampo accompagna il volo delle camicie e delle gonne nell’ex quartiere del tessile di Londra, riflettendo sul Process of Shaping an Idea into Form through Mental Modelling: il rapporto tra fotografia e film, l’istante contrapposto alla durata, nonché l’atto di trasposizione tra calcolo e “Unknown Knowns” . Perché le sculture tessili nelle fotografie sono sì profilate, ma sono tanti i fattori come accelerazione, resistenza dell’aria, forza di gravità etc. che hanno condizionato la loro forma. In questo processo Micheli vede un parallelismo con la materializzazione di idee artistiche: “I have a mental model but I do not know what the final picture will look like”, dice la voce fuoricampo. Con il gioco al limite tra fotografia e film si accenna inevitabilmente a un rapporto concorrenziale tra i due mezzi, l’idea che ogni fotografia, in fin dei conti, è preceduta da un “film”, è ovvia, e come nel cortometraggio di James Williamsons “The Big Swallow”, uscito nel 1901, vengono contrapposti in modo spensierato i due mezzi.