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L’Armadio . Die Schande nasce da un’approfondita ricerca sugli atti del processo a Mischa Seifert, il cosiddetto “Boia di Bolzano”, tenutosi presso la Corte Militare di Verona. Tutto ha inizio con un armadio, divenuto noto come Armadio della vergogna, dove sono stati occultati documenti e che è stato riportato alla luce nel 1994 al Palazzo Cesi di Roma, sede della Corte Militare. Una volta aperto, si è scoperto che l’armadio conteneva diversi documenti tra cui 695 atti che documentavano brutalità "archiviate provvisoriamente” dal 1960. Questo occultamento trentennale venne dichiarato illegittimo dal Consiglio della Magistratura Militare nel 1998. L'Armadio . Die Schande porta in scena un caleidoscopio di personaggi e vicende che ruotano attorno al lager di via Resia a Bolzano. Con personaggi realmente esistiti e figure simbolo finzionali, il pezzo si muove tra i fatti storici e la loro rielaborazione successiva, tra grande Storia e storie personali, tra occultamento della memoria e ricostruzione del passato. I piani della narrazione convergono tutti verso l'anno 2000, al processo a Mischa Seifert, il cosiddetto "Boia di Bolzano" - processo che non viene portato in scena, ma diventa ugualmente atto catartico che risolve giuridicamente il passato e diviene pretesto per riflettere su una necessaria scrittura comune del futuro. Uno spettacolo che è anche un documento, una prima assoluta scritta dalla drammaturga e regista Flora Sarubbo che ricostruisce, anche attraverso una rigorosa ricerca d'archivio, la storia del cosiddetto "armadio della vergogna" e le vicende del campo di concentramento di Bolzano e del processo Seifert. Una produzione bilingue in collaborazione con ControTempo Teatro (www.controtempoteatro.com).