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Tra i gruppi più interessanti della scena attuale, Dewey Dell sta scrivendo la storia delle performing arts contemporanee. Fautore di un teatro di movimento visionario nel quale corpi, gesto, luci, costumi, scene, oggetti si riverberano nell’opera con uguale importanza, Dewey Dell, su cui il Festival 2023 ha pensato un focus con quattro diversi lavori, presenta l’ultima riuscita produzione Le Sacre du printemps adagiata sulla partitura più celebre per balletto del Novecento, il Sacre di Igor Stravinsky. Da sempre attento a tematiche antropologiche, alla ricerca delle origini dell’essere umano, nel nuovissimo Sacre Dewey Dell fonde il tema del sacrificio di una vita (nel balletto archetipo quella dell’Eletta uccisa dalla comunità per garantirsi la fertilità della terra) con l’idea di una rigenerazione necessaria anche per il pianeta terra, portando in scena la sottile soglia esistente tra origine e morte, e l’eterno ciclo della vita. Un enorme bruco in attesa della metamorfosi in farfalla abita una caverna di cemento, uno spazio di non-vegetazione dentro il quale l’aridità sembra regnare sovrana. A dare forti segnali di vita ci proveranno le stravaganti figure che si susseguono nello spettacolo, sempre in lotta fra loro. Su uno Stravinsky che scorre con tutta la sua potenza, a cui si aggiungono suoni originali di Demetrio Castellucci, Dewey Dell mette un sigillo alla dura battaglia per la sopravvivenza, ma anche alla capacità della natura di rigenerarsi sempre, nonostante tutto.