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tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido con Mario Cagol regia Mirko Corradini musiche in scena Alessio Zeni tecnico Nicola Piffer scenografie Gelsomina Bassetti organizzazione Mattia Bertolini produzione TeatroE Durata: 80' Il 3 febbraio 1998, un aereo Prowler della base militare U.S.A. di Aviano (Pordenone) trancia di netto i cavi della funivia del Cermis, in Trentino; una cabina precipita nel vuoto causando la morte di tutte le venti persone che erano a bordo. In questo monologo il racconto è affidato ad un protagonista, il manovratore del vagoncino che saliva verso la stazione intermedia, che restò appeso nel vuoto per un tempo indefinito, prima che un elicottero riuscisse a portarlo a terra. Il protagonista, Francesco, è in una posizione “privilegiata”; spettatore unico, un inviato speciale sulla scena del disastro che improvvisa una telecronaca in diretta. Quest’uomo solo, nella cabina vuota, con la morte che gli passa vicino, diventa il paradigma della solitudine umana, di una certa incomunicabilità. Del fatto che le persone pensano talmente poco al loro destino e quando lo fanno è perché sentono di esserci arrivati di fronte, di averci sbattuto il naso sopra. A quel punto non c’è più tempo per fare né dire niente. “Il racconto del Cermis” è la riproposizione di un disastro che ancora oggi – a vent’anni di distanza – urla vendetta al cielo e ci conferma – se mai ce ne fosse ancora bisogno – quanto gli esseri umani siano spesso vuote pedine in mano al potere più cieco e prepotente. Rassegna In Scena - Teatro Cristallo in collaborazione col Teatro Stabile di Bolzano