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Ha debuttato con grande successo di pubblico e critica alla Biennale de la Danse di Lione 2018 Franchir la nuit (Attraversare la notte), pièce per cinque danzatori e una folla di bambini reclutati sul territorio, di Rachid Ouramdane. Ultima fatica del coreografo franco-algerino intorno a temi a lui cari, la migrazione e l’esilio, in Franchir la nuit rivolge l’indagine alla popolazione più indifesa, i bambini. Su un palco ricoperto da una massa d’acqua di una quindicina di centimetri, illuminato da luci che trascolorano dal tramonto all’oscurità, vediamo corpi attraversare lo spazio, incrociarsi, assemblarsi, fermarsi in un’immobilità dolorosa. Una dozzina di tableaux in cui si evoca la violenza, i ricordi, la speranza, la paura, il mutuo soccorso, i giochi, ma anche la morte. Con la raffinatezza che lo caratterizza, e con l’ausilio delle immagini video di Mehdi Meddaci, il coreografo pone domande allo spettatore, costantemente istigato a prendere posizione accompagnato dal canto di matrice africana, europea e orientale di Deborah Lennie-Bisson, colonna sonora che permette una parallela migrazione social-culturale.