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Che Olivier Dubois sia, oltre a un eccezionale performer, un grande mattatore è noto. Ma se ne ha definitivamente la prova assistendo al suo assolo My body of coming fourth by day in cui ammalia letteralmente il pubblico. Dubois è qui al centro di un’arena pronto a far valutare il proprio corpo agli spettatori. “Un corpo - ricorda l’artista all’inizio della performance - che parla della morte, della memoria, che porta con sé centinaia di gesti, sentimenti, posizioni e litri di sudore. Un “corps-souvenir” a cui necessita l’attribuzione di un valore (artistico). Tra un bicchiere di vino e l’altro, chiacchierando con gli astanti, Dubois si offre allo svelamento facendo pescare delle buste chiuse al pubblico contenenti titoli di spettacoli del suo repertorio, creati da altri oppure da lui stesso. Random sortiranno dalle buste i nomi di Jan Fabre, Angelin Preljocaj, Karine Saporta, persino Marius Petipa e Céline Dion che lui ricorderà lasciando andare il suo corpo a quella memoria, coreografica e/o umana. Una performance unica e ironica che mette in discussione il ruolo dell’artista e quello del pubblico.