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Dal romanzo di Italo Svevo. Di Tullio Kezich Regia Maurizio Scaparro. Con Giuseppe Pambieri TEATRO CARCANO Il fumo, il matrimonio, la morte del padre, la moglie, l\'amante e persino il lavoro. Nella vita di Zeno Cosini nulla va come dovrebbe andare: dall\'U.S., ovvero l\'ultima sigaretta che ultima non sarà mai, al suo matrimonio con Augusta, l\'unica di quattro sorelle che non avrebbe mai voluto sposare, alla fine della relazione con la giovane amante Carla. Ed è proprio il protagonista di queste disavventure a raccontarci in prima persona la sua tragicomica inettitudine nel diario destinato al Dottor S., suo psicanalista. Pubblicata nel 1923, La coscienza di Zeno, capolavoro di Italo Svevo, trovò la scena letteraria italiana ancora impreparata ad accogliere un testo dall\'architettura nuova, che si discostava completamente dai canoni ottocenteschi. Zeno Cosini è un commerciante benestante, che racconta in prima persona la propria vita in modo così ironicamente disincantato e distaccato, che l\'esistenza gli appare tragica e insieme comica. Nel diario che tiene regolarmente su consiglio del suo psicanalista, Zeno ha maturato alcune convinzioni: la vita è lotta, l\'inettitudine non è più un destino individuale, ma un fatto universale, la vita è una "malattia" e la nostra coscienza un gioco comico e assurdo di autoinganni più o meno consapevoli.