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Francis Poulenc, Pietro Mascagni Non c’è opera senza amore, né amore senza odio. Le due opere portate in scena da Emma Dante per il Teatro Comunale di Bologna consentono di immergersi nel mondo dei sentimenti e mostrano, nelle protagoniste femminili, la devastazione prodotta dalla gelosia e dall’autodistruzione. In La voix humaine (La voce umana), una donna telefona per l'ultima volta all’amato che la vuole lasciare. All’altro capo della linea regna il silenzio. In un monologo solitario, calmo, disperato, a tratti speranzoso e supplicante, la donna in preda alla gelosia si dirige inesorabilmente verso un finale tragico. Anche nella Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, portata in scena per la prima volta nel 1890, il movente è la gelosia. Un paese siciliano fa da sfondo a eventi drammatici che si svolgono il lunedì di Pasqua. L’opera è un’istantanea di una società imprigionata nelle proprie ipocrisie, tra gioia di vivere e autodistruzione. Quasi cent’anni più tardi, la terza parte della trilogia del «Padrino» si rifarà a motivi centrali di quest’opera dimostrando l’universalità e l’ambizione del tema. Amore e odio vanno forte nella vita: in teatro e anche sullo schermo.