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Il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono: Zingaretti protagonista di un testo coraggioso. di Alexi Kaye Campbell traduzione Monica Capuani regia Luca Zingaretti scene Andrè Benaim costumi Chiara Ferrantini musiche Arturo Annecchino luci Pasquale Mari con Luca Zingaretti e con Valeria Milillo, Maurizio Lombardi, Alex Gendron. Luca Zingaretti dirige e interpreta The Pride, un testo enigmatico e coraggioso scritto nel 2008 dall’autore americano Alexi Kaye Campbell che affronta il tema dell’amore e della scoperta di sé stessi, mettendo in parallelo due vicende ambientate a 50 anni di distanza tra loro. Vincitore del Laurence Olivier Awards e del Critics’ Circe Theatre Award, i due principali premi inglesi per il teatro, Campbell ha congeniato il testo come un puzzle, un intreccio alternato di vicende ambientate in due periodi storici completamente diversi, ma che si costruiscono su echi e rimandi l’una dell’altra: entrambe le storie sono ambientate a Londra, ma mentre una si svolge nel 1958, in un clima repressivo e pieno di pregiudizi, la seconda vive ai giorni nostri, in un presente più liberale e più aperto. Presentato per la prima volta in Italia da Luca Zingaretti, affiancato in scena da Valeria Milillo, Maurizio Lombardi e Alex Cendron, The Pride parla di destino, amore, fedeltà e perdono e pone agli spettatori la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. «Questa pièce mi attirava così tanto perché parla dell’identità, del coraggio di scoprire chi si è, di prenderne atto ed agire di conseguenza» afferma Zingaretti. «Pochi di noi vivono la vita che si sono scelti. È quando vivi accettando il mondo com’è, che ti dimentichi di chiederti: ma questo sono io, è la vita che gratifica il mio io più profondo, mi sono raggiunto in questa esistenza? Ho avuto il coraggio di prendere in mano il timone della mia esistenza o mi sono lasciato trasportare dalla corrente?» Perché nella vita, tutti prima o poi, etero e gay, ci troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente, cosa veramente vogliamo e rispondere all’interrogativo se saremo capaci di raggiungerlo. Se saremo capaci di guardarci allo specchio ed essere almeno contenti di quello che vediamo.