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Le conseguenze di una scelta, il coraggio di prendere una decisione Di Pino Loperfido Regia Andrea Brandalise Scene e costumi Roberto Banci Con Andrea Castelli Ambientazione sonora Vittorio Albani Tredici anni dopo il grande successo di pubblico e critica di Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis, Andrea Castelli e Pino Loperfido tornano a collaborare in un nuovo spettacolo dedicato ai rapporti tra un padre e un figlio di oggi, dietro ai quali si aggira il “fantasma” di Cesare Battisti, una figura storica importante e contradditoria della storia del Trentino-Alto Adige, alla vigilia della ricorrenza del centenario della morte. Questo nuovo testo teatrale commissionato a Loperfido dal Teatro Stabile di Bolzano e prodotto in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara e il Coordinamento Teatrale Trentino, inizia come una divertente commedia sui battibecchi quotidiani tra genitori e figli adolescenti, prosegue nella parte centrale ricordando Battisti e i diversi punti di vista che ne interpretano la vita e le opere e si chiude con un colpo di scena del tutto inaspettato. Protagonista dello spettacolo è Gian Paolo Tomazzini, un sessantenne con un matrimonio fallito alle spalle. Ha trascorso la sua vita assolvendo diligentemente il compito di crescere da solo il suo unico figlio, ha lavorato, si è costruito una posizione economica celandosi nella nebbia del qualunquismo, defilandosi opportunisticamente tutte le volte che si è trattato di dover scegliere. Suo figlio Cesare, ha circa vent'anni, è un ragazzo normale che si sta laureando in Scienze Geografiche con una tesi sul suo omonimo Cesare Battisti, personaggio che i Tomazzini, nostalgici del defunto Impero Asburgico, hanno sempre pubblicamente detestato. Al padre, la tesi di laurea del figlio pare un dispetto, un torto personale. Scavando nella memoria familiare il genitore ripercorrerà la sua adolescenza e poi ancora più a ritroso, incapperà nei ricordi legati al padre e al nonno, al Trentino di inizio Novecento, alla decisione del deputato Cesare Battisti di passare al Regno d'Italia, nell'agosto del 1914. La regia dello spettacolo è affidata ad Andrea Brandalise: un giovane trentino cresciuto negli ultimi sei anni alla “bottega” del Teatro Stabile. La scelta di Cesare «è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male» annota Loperfido «uno spettacolo che, in un crescendo quasi rossiniano, giungerà alla fine a svelare un'altra scelta del ragazzo, coraggiosa e decisiva almeno quanto quella compiuta, cento anni prima, dal suo omonimo, trucidato dagli austriaci il 12 luglio 1916».