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Di Alan Jay Lerner Musiche di Frederick Loewe Adattamento e Regia di Corrado Abbati Uno dei problemi che molti si pongono nel riportare in scena i classici del teatro musicale è che gran parte del repertorio non si allinea con i presunti valori attuali. I veri o falsi problemi di rendere contemporanee tali opere sono spesso motivo di elaborazione di una moltitudine di note di regia giustificative di ciò che in fondo non ha bisogno di giustificazione. La soluzione è dunque di lasciare My Fair Lady semplice, elegante ed affascinate come in originale perché è questa la magia dello show. La sceneggiatura è certamente già forte e di prima classe, essendo il nucleo della storia costruita sul “Pigmalione” di George Bernard Shaw; ma i numeri ballati, le così tante e splendide canzoni (da “La rana in Spagna” a “Vorrei danzar con te”), il bel canto, la recitazione sciolta e l’eleganza dei costumi e della scena, le danno quel senso di gioia tutta da godere. C’è gioia in tutto: solisti, ensemble e spettatori, perché My Fair Lady è una favola possibile e già per questo ci attira, ci ispira e ci fa sperare. La storia, le canzoni e i personaggi che ti sono già familiari (chi non conosce My Fair Lady?) prendono vita davanti a te e ti invitano a sognare, amare e cantare le melodie di questo straordinario classico del teatro musicale che continua ad essere sempre giovane e seducente. Un divertimento dal vivo, frizzante ed avvincente, che saprà rapire il pubblico per due ore di spettacolo da passare piacevolmente. Corrado Abbati