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Dialoghi sulla mascolinità per attrice e teste mozze di e con Marta Cuscunà luci Claudio “Poldo” Parrino suono Alessandro Sdrigotti CENTRALE FIES - OPERAESTATE FESTIVAL Sorry, Boys il nuovo spettacolo di Marta Cuscunà, prende spunto da un sorprendente fatto di cronaca: sette anni fa, 18 ragazze di una scuola superiore americana, tutte minorenni, rimasero incinte contemporaneamente. L’aspetto veramente sconvolgente è che la vicenda non sembra essere stata una coincidenza, ma pianificata con un patto segreto. Le ragazze avrebbero deciso di rimanere incinte nello stesso momento per aiutarsi l’una con l'altra e allevare i bambini tutte insieme, in una specie di comune femminile. Il fatto divenne un vero e proprio scandalo internazionale, l'attenzione venne puntata tutta su di loro nel tentativo di vivisezionare, analizzare ed etichettare la loro maternità fuori dagli schemi. Frutto di un accordo segreto o meno, la vicenda ha posto l’autrice e attrice friulana davanti ad alcuni interrogativi: dove può mettere radici l’idea di un patto tra ragazze di 16 anni per creare una piccola comunità di giovanissime mamme che scelgono di allevare da sole i propri bambini? Chi sono i giovani padri e perché non vengono considerati adatti a prendere parte al patto? E mentre le ragazze si uniscono e progettano una comunità nuova, i ragazzi dove sono, cosa fanno, cosa pensano? Sorry, boys cerca di mettere a fuoco proprio alcune domande che li riguardano: come stanno oggi i giovani maschi? Che uomini adulti si preparano a diventare? Qual è il modello di mascolinità in cui si riconoscono e a cui aspirano? Se è vero che una società sbilanciata al maschile inevitabilmente li favorisce, non è altrettanto scontato che quel modello permetta loro di essere uomini felici. Nel nero della scena, la Cuscunà colloca due schiere di teste mozze. Appese. Da una parte gli adulti. I genitori, il preside, l'infermiera della scuola. Dall'altra i giovani maschi, i padri adolescenti. Sono tutti appesi come trofei di caccia, tutti inchiodati alla parete da una vicenda che li ha trovati impreparati. Potranno sforzarsi di capire le ragioni di un patto di maternità tra adolescenti, ma resteranno sempre con le spalle al muro. Nel 2009 Marta Cuscunà è stata la rivelazione della nuova scena italiana con lo spettacolo È bello vivere liberi, dedicato alle giovani partigiane durante la guerra di Liberazione che le è valso il Premio Scenario per Ustica. Da questa prima tappa si è dipanato il percorso sulle Resistenze femminili nel nostro paese, proseguito con La semplicità ingannata, una Satira per attrice e pupazze nella quale la Cuscunà dava voce ai tentativi di emancipazione avvenuti già nel Cinquecento, attraverso le testimonianze di alcune giovani monache del Convento Santa Chiara di Udine. Sorry, Boys il nuovo lavoro, costituisce la terza parte del progetto sulle Resistenze femminili.