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scritto e diretto da Cristian Ceresoli con Silvia Gallerano UNA PRODUZIONE FRIDA KAHLO PRODUCTIONS CON RICHARD JORDAN PRODUCTIONS, PRODUZIONI FUORIVIA IN COLLABORAZIONE CON SUMMERHALL (EDINBURGH) E TEATRO VALLE OCCUPATO (ROME) Scandaloso, crudo, entusiasmante, devastante, indimenticabile, scioccante, brutale, commovente. La Merda, opera scritta da Cristian Ceresoli e interpretata da una performer e artista straordinaria come Silvia Gallerano, è stato definito in molti modi. Ovunque sia stato presentato nel mondo, dal festival di Edimburgo in poi, ha fatto incetta di premi, registrando un successo di pubblico e critica fuori dall’ordinario nonostante una sottile e persistente censura. Uno spettacolo diventato ormai un cult, grazie al quale Ceresoli e Gallerano sono stati i primi italiani ad essere insigniti rispettivamente del Fringe First Award for Writing Excellence e del The Stage Award for Acting Excellence. Completamente nuda sul palco, appollaiata su uno sgabello e armata del suo corpo e di un microfono, Silvia Gallerano interpreta una giovane donna pronta a tutto pur di farsi strada, un personaggio mostruoso e fragile al tempo stesso, che trascina il pubblico nella sua invettiva, provocatoria e rabbiosa, con un flusso di pensieri e parole assordanti. Nei tre tempi in cui è suddiviso il monologo si delinea il ritratto di un sistema corrotto e corruttibile. Una libera associazione di pensieri in cui si scatena l’intima confidenza pubblica di una “giovane” donna “brutta” che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio, di aprirsi un varco nella società delle Cosce e delle Libertà. Un urlo scandaloso e sublime. Un’opera di “rottura” ma accolta quasi fosse un concerto rock, la partitura ha come spinta propulsiva il disperato tentativo di districarsi da un pantano che deriva da quel genocidio culturale capace, secondo Pier Paolo Pasolini, di annientarci con dolcezza. La Merda è un affresco della condizione umana, un inno alla vita umiliata dall’inseguimento del successo, travolta dal consumismo, in cui la voce della protagonista si trasforma a poco a poco in coscienza comune.