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Carisma e maestria: Carlo Cecchi e Shakespeare di William Shakespeare traduzione Patrizia Cavalli regia Carlo Cecchi musiche di scena Nicola Piovani scena Sergio Tramonti costumi Nanà Cecchi disegno luci Paolo Manti con Carlo Cecchi, Vincenzo Ferrera, Daniela Piperno, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato musiche eseguite dal vivo Luigi Lombardi d’Aquino, Sergio Colicchio, Alessandro Pirchio, Alessio Mancini, Daniele D’Ubaldo MARCHE TEATRO in collaborazione con TEATRO FRANCO PARENTI Carlo Cecchi è considerato uno degli attori di teatro più innovativi della scena nazionale; l’incedere controllato e meccanico, l’aria distaccata, ironica, aristocratica con cui serve battute e testi classici, hanno la loro origine in una formazione che ibrida il Living Theatre ed Eduardo, la sceneggiata e Pinter, Shakespeare e il teatro dell’assurdo. Il suo carisma è apprezzato anche sul grande schermo, basti pensare a Morte di un matematico napoletano di Mario Martone, ma sono molti i registi con cui lavora, come Bernardo Bertolucci, Pupi Avati e Ferzan Ozpetek. In più di quarant’anni di attività, Cecchi ha diretto e interpretato innumerevoli spettacoli. Rimangono memorabili le sue interpretazioni shakespeariane, ma il suo repertorio è vastissimo e spazia da Cechov a Molière, da Beckett a Pirandello. È vincitore di 5 premi UBU, gli Oscar del Teatro Italiano. Ora il magnetico attore torna a Shakespeare per misurarsi con La dodicesima notte, spettacolo rappresentato nel 1602 alla Middle Temple Hall di Londra, che prende spunto da Gl’ingannati, una commedia italiana allestita a Siena nel 1531. Una commedia corale, fondata sugli scambi di identità e di genere e sugli equivoci: un testo che permette ancora una volta a Cecchi, regista e anche interprete nelle vesti Malvolio, di orchestrare un gioco attoriale straordinario. Sullo sfondo dello stravagante ducato d’Illiria vediamo intrecciarsi numerose vicende amorose, con personaggi letteralmente travolti dal desiderio e dalla passione, in una contagiosa giostra di follia. Amori e travestimenti, tempeste e naufragi che vedono protagonisti il Duca Orsino, la Dama Olivia, i gemelli Viola e Sebastian oltre ai personaggi che popolano la corte: il giullare, la cameriera, lo zio Sir Toby, il servo Fabian, Sir Andrew Aguecheek e soprattutto il maggiordomo Malvolio. A far da contraltare alle intricate liaison amorose della famiglia ducale c’è infatti la vicenda, solo apparentemente secondaria, che ruota attorno al beffardo piano ordito proprio ai danni del maggiordomo Malvolio. «Malgrado la sua funzione comica» spiega il regista «questo plot ha uno svolgimento più amaro. La follia che percorre la commedia, come in un carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante, trova il suo capro espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte».