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Regia Giovanni Anfuso. Con Maurizio Casagrande, Tosca D'Aquino Prigioniero della Seconda strada, scritto dal grande commediografo statunitense Neil Simon, debuttò con grande successo a Broadway nel 1971 diventando nel 1975 un film con Jack Lemmon, Anne Bancroft ed Eugene Sacks, prodotto e diretto da Melvin Frank. Ed è proprio New York a fare da sfondo alla storia di Mel e Edna, una coppia che vive sulla Seconda strada, che dovrà fare i conti con la crisi economica. Lui, il marito è un piccolo uomo onesto; lei, la moglie è una donna coraggiosa che sa volare alto, come solo le donne sanno fare. In una calda estate Mel non fa che lamentarsi perché non riesce a dormire per colpa del condizionatore fermo a 4 gradi, lo sciacquone rotto, le vicine un po’ troppo rumorose e libertine, i cani e i lamenti dei dirimpettai. A fare da contraltare a questi suoi sbalzi d’umore c’è Edna, moglie affettuosa e premurosa che cerca di capire perché il lavoro non appaghi più il marito come un tempo. Ed è proprio questo il problema di Mel, licenziato in tronco dopo oltre ventidue anni da dirigente di un’azienda, caduta in difficoltà a causa della crisi. Incapace di rivelare alla moglie la verità, Mel vuota il sacco solo quando al colmo della sfortuna il loro appartamento viene svaligiato dai ladri. Ma Edna non si perde d'animo e decide di andare lei a lavorare per salvare la situazione. Solo che anche l’azienda in cui è stata assunta la lascia a casa senza darle il tempo di iniziare. Adesso è lei ad imprecare per la mancanza di acqua condominiale, in un’estate che si fa sempre più rovente. Mel invece, inizia a stare meglio, grazie a un terapista, a suo fratello e alle sue tre sorelle che per lui, il primogenito, hanno sempre dimostrato un amore-odio. Nel momento più buio, quello in cui sono scomparse tutte le certezze, i due riescono a ritrovare la più grande di tutte: si amano e il loro amore non ha paura né di una crisi economica o di un lavoro precario, nè tanto meno della mancanza d’acqua.