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Coreografia: Angelin Preljocaj Musiche: John Cage, Empty Words Di Angelin Preljocaj il pubblico di Bolzano Danza conosce bene i grandi affreschi narrativi: Annonciation/Le Spectre/Le Sacre du printemps; Roméo et Juliette; Paysage après la bataille; Petit essai sur le temps qui passe/Noces sono tutti spettacoli visti al festival ancora presenti nella memoria. Ma il coreografo di origini albanesi attivo in Francia, oggi direttore artistico della compagnia che porta il suo nome installata al Pavillon Noir di Aix-en-Provence, è altrettanto noto per aver ideato lavori più intimi e astratti. Empty moves ne è forse l’esempio più illustre, nonché il lavoro di un decennio, essendo stato realizzato a più riprese. Le tre parti che lo compongono sono infatti nate rispettivamente nel 2004, nel 2007 e nel 2014. Anzi la terza parte deve ancora nascere perché il suo debutto mondiale è previsto al Festival Montpellier Danse qualche giorno prima di giungere a Bolzano. Coreografato su Empty words di John Cage, a sua volta ispirata al saggio di Henry David Thoreau Disobbedienza civile (1948), trattato dal compositore come un oggetto da disintegrare in libertà, Empty moves ricalca le tracce della contestata performance di Cage al Teatro Lirico di Milano nel 1977. Performance la cui registrazione ha inglobato anche le pesanti e ostili reazioni degli spettatori dell’epoca. Un materiale sonoro che Preljocaj sottende alla danza partendo dallo stesso principio di costruzione/decostruzione complessa e analogica applicato da Cage, per affondare la lama nella pura ricerca, nell’essenza del movimento e nella sua precisione chirurgica. A volte frammentario, a volte in risonanza con il fiume di parole del testo, a volte con il silenzio più assordante, il movimento gioca con la velocità e il ralenti, con l’accumulazione e l’epurazione dando prova di come i corpi possano riempire di sensualità il vuoto della scena e delle parole.