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In un sistema di contaminazioni e rimandi che lo inserisce nel vivo della cultura pop, il videogioco tende a derivare contenuti, stilemi e forme di immaginario dai prodotti mediali che lo hanno preceduto: nella misura in cui i pionieri del game design non potevano attingere da una tradizione videoludica anteriore (perché di fatto il videogioco in quanto medium ancora non aveva una storia), essi guardarono al cinema, alla letteratura e ai giochi analogici, adattandone forma e sostanza alle nuove modalità della fruizione interattiva. Se a livello di temi e contenuti la cinematografia sci-fi fu il primo ovvio riferimento, ben presto l’immaginario videoludico si popolò di draghi, cavalieri e stregoni: non solo giochi di ruolo, ma anche platform, shoot’em up, beat’em up, action adventure, lasergame, avventure grafiche, strategici in tempo reale attinsero a piene mani dal fantasy letterario e cinematografico, a partire dai primi anni Ottanta. Sebbene la fantascienza abbia determinato fortemente l’immagine del videogioco nella percezione comune – si pensi agli alieni di Space Invaders – il fantasy innerva il medium in modo ancor più pervasivo, da occidente a oriente, coniugandosi di volta in volta alla tradizione folklorica locale. La mostra interattiva mette in luce una simile trasversalità del fantasy videoludico, esplorando i generi che ne hanno determinato la grande fortuna e celebrando saghe storiche come Final Fantasy, Warcraft, Darkstalkers, Castlevania, The Legend of Zelda.