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Beato Josef Mayr-Nusser La coscienza e il dovere dell'accoglienza Attualità di una testimonianza anti-idolatrica e antirazzista con Albert Mayr - figlio del beato; Martha Verdorfer - storica; Paolo Valente - direttore Caritas Bolzano-Bressanone; Saluti del vescovo Ivo Muser e del sindaco Renzo Caramaschi; Letture: Mara da Roit - attrice Il 3 ottobre è il giorno dedicato dalla Chiesa al beato Josef Mayr-Nusser ma casualmente è pure la Giornata nazionale dedicata dal Parlamento italiano alle vittime dell'immigrazione dopo lo spaventoso naufragio del 3 ottobre 2013 quando morirono 366 migranti nel Mediterraneo. Alla vigilia della proclamazione di Mayr-Nusser quale beato della Chiesa, il figlio Albert disse, pubblicamente in una intervista apparsa sul quotidiano Alto Adige, che se fosse ancora vivo suo padre si sarebbe occupato dei migranti, in perfetta continuità con il suo impegno per i poveri nella San Vincenzo. L'incontro si situa nell'ambito della settimana dell'accoglienza con una serie di eventi organizzati dal Cnca del Trentino Alto Adige e vuole testimoniare come la coscienza di Josef Mayr-Nusser, che arrivò a rifiutare il giuramento a Hitler subendo un processo con la condanna a morte, fosse connessa profondamente anche con i valori dell'antirazzismo e dell'accoglienza della diversità. Valori cristiani cioè l'amore per il prossimo e il riconoscimento dell'umanità al di là della logica identitaria e della dialettica amico-nemico, che Josef Mayr-Nusser ha testimoniato negli scritti e nell'impegno civile, etico e politico in un tempo buio della storia umana.