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Rita Marcotulli: piano Andy Sheppard: soprano & tenor saxophones Come recita John Fordham del “Guardian" londinese, tutti i duetti della pianista Rita Marcotulli con il sassofonista britannico Andy Sheppard sono stati sino ad oggi gemme discrete che, negli ultimi anni, hanno brillato e illuminato la scena jazz internazionale. Rita Marcotulli porta con sé una certa idea intima del jazz spettrale e malinconico di Jan Garbarek, Arve Henriksen e altri ancora mentre lo strepitoso controllo del tono di Sheppard e l'abilità di fare propria la filosofia del “less is more” è stata una caratteristica eloquente di tutta la sua musica, anche se questa è capace di sorprenderci esplodendo d'improvviso in feroci note spezzate o rimbombanti, corse a spirale verso le figure pianamente ondeggianti del pianoforte. Onde jarrettiane, astrattismo, omaggi pinkfloydiani, trascinanti tanghi e ninna nanne che più dolci non si può avvolgono un concerto già sulla carta imperdibile. Un improvvisato dialogo contemporaneo che colpisce per la straordinaria profondità in grado di esplorare. Onirico e melanconico, ambient e coraggioso, poetico e romantico. Nella migliore esemplificazione di ciò che significa, in campo artistico, “completarsi a vicenda”. Un concerto da “giù il cappello” di raro fascino capace perfettamente di spiegare il titolo del loro lavoro discografico di maggior successo: “On the edge of a perfect moment”.