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Il Gomalan Brass Quintet è un gruppo d’ottoni eclettico ed estremamente dinamico, costituito da cinque raffinati musicisti, prime parti in importanti orchestre italiane: Marco Braito (tromba), Marco Pierobon (tromba), Nilo Caracristi (corno), Gianluca Scipioni (trombone), Stefano Ammannati (tuba). Grazie all’avvincente sinergia tra abilità esecutiva e coinvolgimento teatrale, cifra distintiva del quintetto, il Gomalan Brass si destreggia con disinvoltura all’interno di un repertorio vastissimo, che spazia dal rinascimento al melodramma e alla musica contemporanea, senza disdegnare incursioni nel repertorio della musica per film. Lo spettacolo proposto e continuamente rinnovato, e per la riconosciuta qualità musicale e per la particolare verve istrionica dei componenti del quintetto, da 18 anni conquista pubblica e critica di tutto il mondo. Ad appena due anni dalla fondazione, nel novembre 2001, il gruppo si aggiudica il primo premio al Concorso Internazionale “Città di Passau”, uno dei più prestigiosi riconoscimenti a livello mondiale nel campo della musica per ottoni, guadagnandosi la stima di illustri direttori d’orchestra (Metha, Muti, Maazel, Pretre, Sinopoli, Giulini, Barenboim) e di ottonisti di rilievo internazionale, come Roger Bobo, David Ohanian, Steven Mead, Dale Clevenger e Froydis Ree Wekre, tutti concordi nell’annoverare il Gomalan Brass Quintett tra i gruppi più interessanti del panorama ottonistico internazionale. I concerti del Gomalan Brass Quintet sono stati trasmessi da svariate emittenti radiofoniche fra cui Bayerisches Rundfunk, Radio Vaticana, Radio Canada, Radio della Svizzera Italiana, Radio Classica, Radio Tre (per la quale il gruppo ha eseguito diverse prime mondali). Hanno detto di loro: “E’ un grande gruppo: virtuosismo e musicalità fuori dal comune” (Zubin Metha) “Susciteranno in voi ogni emozione che siate in grado di provare” (Vince Di Martino) “Il quintetto d’ottoni più affascinante che io abbia mai incontrato. Un concerto di questo gruppo straordinario è un’esperienza indimenticabile” (Roger Bobo)