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di OHT I Office for a Human Theatre Direzione musicale: Stefano Ferrario Regia: Filippo Andreatta La popolazione si oppose tanto energicamente quanto invano: nel 1950, Curon, paesino dell’Alta Val Venosta, fu completamente sommerso dalle acque per far posto a un bacino artificiale; ne è rimasto solo il campanile di Sant’Anna, che spunta dall’acqua come muto ammonimento. Questo campanile è il filo conduttore di "Curon / Graun", teatro musicale senza persone e voci che rispecchia il paese rimasto senz’anime. Il dramma è narrato attraverso diverse versioni di "Fratres" e il rintocco evocato in "Cantus in memory of Benjamin Britten", entrambe tra le più note composizioni di Arvo Pärt. L’evacuazione forzata e l’inondazione (ne rimase sommersa anche gran parte di Resia che diede il nome al lago) vengono narrate con forza; il rintocco della campana assume un significato metaforico. La vicenda, dagli aspetti anche inevitabilmente politici, s’immerge in una dimensione spirituale che riporta alle origini più profonde del teatro: il silenzio.