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Matthew Bourne - p Nell’inserto musicale del quotidiano “The Observer” il suo modo di suonare il piano, con intensità e assaporando ogni singola tonalità, è stato definito “il futuro sound del jazz”. All’età di 24 anni Matthew Bourne è entrato nell’albo d’oro del Perrier Jazz Award di Londra, l’anno dopo – nel 2002 – la sua musica meditativa picchiettata da campionature vocali gli è valso il BBC Radio Jazz Award nella categoria Jazz Innovation, mentre nel 2005 ha portato a casa l’International Jazz Award. In entrambi i suoi album solisti (“The Molde Concert” del 2007 e “Montauk Variations” del 2012) si può notare come questa musica irrituale e ridotta all’essenziale possa tranquillamente trovare alloggio negli scaffali del jazz come in quelli della musica contemporanea, visto peraltro che Bourne lavora anche per la London Sinfonietta e il Bath International Festival.