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Per i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, un nuovo progetto di Supershock si concentra sul film L’Inferno di Bertolini, De Liguoro, Padovan (1911), primo capolavoro del cinema muto italiano. Ispirandosi alle stupende litografie di Gustave Doré, il film concepito in termini puramente visivi, narra con fedeltà (pur reinventandone la geografia) la prima cantica della Divina Commedia. Un viaggio agli inferi in un crescendo di orrori e terribili rappresentazioni. L’Inferno, per la sua complessità tematica e formale, implica inevitabilmente molteplici livelli di lettura e può essere proficuamente “abitato”, per usare una felice formula di Heidegger. Uno spettacolo di contaminazione in cui la musica si pone in simbiosi con le sequenze filmiche che maggiormente esprimono le paure dell’essere umano e gli interrogativi legati alla dimensione disgregatrice del demoniaco e al senso del divino. Un lavoro che, concatenando in un montaggio sonoro incalzante e meditato i momenti più intensi del film, ne mantiene la pregnanza semantica e la ricchezza formale.