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L’opera e l’azione dei due magistrati simbolo della lotta alla mafia diventano testamento politico-culturale oltre che eredità morale per le generazioni successive nel momento esatto dello scoppio delle due bombe: cosa rimane di quella eredità dopo 31 anni dalle due deflagrazioni? La priorità di un’antimafia del fare rispetto a un’antimafia delle sole parole. Se la via è quella del fare allora non possiamo che interrogarci sulla nostra condizione di individui, sia come esseri umani sia come cittadini. E se la sofferenza dei primi, anche espressa come sentimento di angoscia così ben descritto dal filosofo-in-pratica Augusto Cavadi, sarà funzionale alla rivalutazione del senso civico dei secondi, allora potremmo dire di aver preso la giusta direzione. Con Augusto Cavadi Entrata libera