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A cura di Camilla Martinelli l'esposizione presenta in anteprima un'ampia selezione di opere fotografiche realizzate dall'artista nel corso degli ultimi tre anni. Conosciuto soprattutto per la sua produzione scultorea, da tempo Egger si è ampiamente dedicato anche alla fotografia, sperimentando ed elaborando attraverso di essa un vero e proprio manifesto di pensiero. Le fotografie dell’artista di origini venostane, non mostrano quel che paiono rappresentare a prima vista, ma giocano sottilmente con la nozione di artificio e autenticità. Ulrich Egger rivendica un formalismo immaginifico, che attraverso il libero accostamento di elementi colti in luoghi e contesti diversi, delinea scenari inediti, ma allo stesso tempo per nulla surreali. Il potere dell’immagine si esprime in una celebrazione formale che s’interroga sui confini tra realtà e finzione, sui limiti e poteri del mezzo fotografico, L’osservatore è libero di immergersi nella scena attraverso la propria personale sensorialità e poi di chiedersi: cosa sto guardando davvero? Che posto è questo? Ciò che osserviamo nelle immagini di Egger, non lo conosciamo davvero. La forza e il carattere di un elemento architettonico, associati alla forza e al carattere di una montagna, di un paesaggio. La fotografia pone a confronto architetture e ambienti nella loro versione più dura e oscura. Il grande assente dei non luoghi di Egger è certamente l’elemento umano, che accentua ancor più la desolazione delle sue immagini immobili, dai colori freddi.   Ulrich Egger è nato nel 1959 a San Valentino alla Muta in provincia di Bolzano. Ha conseguito il diploma in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze ed ha esposto da allora in occasione di mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Nel corso degli anni ha collaborato con diversi architetti, dando il suo contributo artistico alla realizzazione di opere pubbliche e private.