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Tre concetti indipendenti fra loro, ma una volta accostati assieme, ognuno è in grado di influenzare se non addirittura generare l'altro: Bruno Flaim presenta "Spazio-Colore-Forma". "Lo spazio di partenza è la tela, ma si tratta di uno spazio fittizio. Una volta che si interviene con il colore, infatti, la dimensione spazio è in grado di estendersi, abbattendo i confini del quadro. A sua volta, lavorando il colore, si generano forme in continua evoluzione che trovano definizione solo una volta che la tela si sarà asciugata". Saranno 25 le opere esposte, suddivise dall'artista in base alla tecnica utilizzata in due categorie: "Colore fluido" e "Tipologie astratte". "Nel primo caso, parliamo di opere su carta, tela e dietro vetro, dove lo spazio del quadro si genera dalle interazioni cromatiche dei colori acrilici in stato semi-fluido. L'intervento dell'artista guida e controlla queste interazioni con possibilità di correzione limitate allo stato di fluidità del colore. La seconda categoria ha per protagoniste opere elaborate digitalmente tramite programma di grafica pittorica sia a supporto di successive trasposizioni ad olio su tela, sia per la creazione di opere concluse per stampe Fine Art su diversi tipi di supporto". Astrattista per vocazione, Bruno Flaim nasce però professionalmente come architetto. Due dimensioni per certi versi agli antipodi, ma non totalmente opposte. "L'astrattista, così come l'architetto, segue procedure ben definite e precise nella realizzazione del proprio lavoro. Solo i risultati finali differiscono. Nel caso della mia arte non risultano geometrici, ma si basano sui concetti dell'espressionismo astratto".