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Nell’esposizione "on touching" Heiler mette in scena il contatto con il diverso. Al contrario dello sguardo a distanza e dell’osservazione asciutta e realistica, il toccare presuppone inequivocabilmente la vicinanza ed il contatto reciproco. Quando tocchiamo qualcosa, infatti, allo stesso tempo siamo toccati da essa. In questo senso la mostra focalizza la sua attenzione ed illustra l'intreccio tra analogico e digitale, tra flora e meccanica, tra uomo e natura. Ciò emerge in maniera particolarmente esemplificativa nei dipinti dell'artista, quando osserviamo la rigidità geometrica di una griglia mentre penetra una superficie colorata informe e luminosa. La regolarità del righello e, quindi, metaforicamente la precisione di una società assetata di sapere si scontrano, sulla tela, con la messa in scena dell'inafferrabile. Nelle opere più recenti, che comprendono sculture, fotografie e installazioni, il tocco tra presunti opposti si intensifica in modo ancor più deciso. Oltre al contatto quotidiano quale interfaccia tra uomo e tecnologia, Heiler abbatte le linee di demarcazione troppo nette tra scienza, tecnologia, arte e natura, adottando una prospettiva cosmologica. Questo approccio risponde alla sfida, tutta contemporanea, di come la tecnologia digitale permei in modo sempre più invasivo la nostra vita quotidiana e di come il bisogno sempre più forte di natura imponga ed esiga una risposta dalla politica e dall'arte. Le opere di Mirijam Heiler scandagliano l'affinità tra campi profondamente differenti: impalcature ossee ibridate con piante tramite una scansione 3D, paesaggi sintetici che narrano, con sperimentale freddezza, la conquista del corpo da parte delle piante, sonde robotiche che rilevano e misurano il contatto quasi fossero protesi di tenerezza. (Manuel Van der Veen) Durante la mostra saranno osservate tutte le linee guida anti-Covid19 attualmente in vigore.