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La “star” del momento è il topinambur, un fiore giallo che in questa stagione rende il panorama dal finestrino dei treni particolarmente attrattivo. Ma il topinambur è solo una delle oltre mille specie di piante erbacee che sono state censite da un’apposita ricerca lungo la linea ferroviaria del Brennero. Una flora particolare che è al centro di un progetto della Fondazione Museo Civico di Rovereto, del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige e dell’Università di Innsbruck nonché della mostra itinerante “Binario 1. Biodiversità in transito”, visitabile fino al 31 dicembre 2021 al Forte di Fortezza. Un’esposizione curata da Giulia Tomasi, biologa del Museo Civico di Rovereto: “È una mostra itinerante e che la Fondazione Museo Civico di Rovereto insieme al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige ed all’Università di Innsbruck hanno realizzato nell’ambito dell’Anno dei Musei Euregio 2021, incentrato sul tema Trasporti — Transito — Mobilità. Noi abbiamo applicato questo tema alla visione naturalistica e in particolare alla botanica presentando un mostra sulla mobilità vegetale, più precisamente sulla flora spontanea che cresce lungo i binari o attorno alle stazioni della linea del Brennero tra Verona e Innsbruck. Una flora inaspettata sotto diversi punti di vista”. Innanzitutto per la grande capacità di “prendere il treno” da parte di molte piante. “La mobilità di queste piante — prosegue Giulia Tomasi — è aiutata dal trasporto ferroviario. Le piante hanno caratteristiche che permettono loro di muoversi utilizzando, per esempio, molti animali, compreso l’uomo, come vettore. Per esempio, frutti appiccicaticci o spine che si conficcano nelle merci, nei bagagli o nelle suole delle scarpe dei viaggiatori. Altre piante, sfruttano il vortice creato dai treni di passaggio per spostarsi, un esempio su tutti è il tarassaco il cui frutto è praticamente un paracadute”. A stupire è. Innanzitutto, il numero di piante censite lungo i binari della linea ferroviaria fra la pianura padana ed il Brennero, dai 65 metri di quota di Verona ed i 1.371 della stazione del Brennero: oltre mille specie di piante spontanee erbacee e circa 90 specie di alberi e arbusti. Inoltre, accanto alle specie autoctone se ne trovano anche molte esotiche, provenienti da altri continenti. Tra le specie più insolite ci sono ad esempio l’Euforbia torinese, una specie del mediterraneo settentrionale molto rara in Italia, trovata recentemente nella stazione di Mezzocorona, oppure il cosiddetto Papavero cornuto, scoperto nella stazione di Verona Porta Nuova dopo 120 anni dall’ultimo ritrovamento. “Binario 1. Biodiversità in transito” è figlia di una ricerca che parte da molto lontano, per esempio, la scoperta di specie lungo la ferrovia che crescono solo al di fuori dell’arco alpino, la fece il botanico Wilhelm Pfaff già dopo la Prima Guerra Mondiale. Come spiega Thomas Wilhalm, conservatore nella sezione botanica del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige: “Wilhelm Pfaff cercò specie esotiche nei pressi delle stazioni, arrivate tramite trasporto involontario in Alto Adige. Prese in esame anche l’ex stazione ferroviaria di guerra di Bronzolo, che durante la guerra fungeva da punto di trasbordo. Fu il primo a porsi la domanda, perché in questa zona si trovassero così tante piante aliene, mai viste prima di allora in Alto Adige e provenienti soprattutto dall’area mediterranea o dall’est europeo. La risposta che si diede fu che questa circostanza, in assenza di altri collegamenti da sud interrotti all’epoca, dovesse avere a che fare con il treno ed i movimenti militari dalle zone dell’Adriatico est e che le piante dovevano essere arrivate a Bronzolo tramite il trasporto ferroviario attraverso la Val Pusteria.” Il percorso espositivo di “Binario 1. Biodiversità in transito” che resterà aperta fino al 31 dicembre al forte di Fortezza è composto da pannelli, postazioni multimediali ma anche da campioni d’erbario induce a vedere l’ambiente ferroviario con occhi nuovi. Tematizza anche alcuni curiosi stratagemmi utilizzati dalle piante ferroviarie e argomenti attuali come la globalizzazione e i cambiamenti climatici: molte piante abituate a vivere negli ambienti più caldi non solo utilizzano la linea ferroviaria del Brennero per spostarsi da sud verso nord in risposta al riscaldamento climatico, ma riescono a insediarcisi senza problemi. Lo facevano già prima degli accordi Schengen, le piante non hanno mai rispettato i confini.