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La Galleria Antonella Cattani presenta Décoration de Luxe, la prima mostra personale in Italia dell’artista berlinese Dana Widawski. L’esposizione si offre come un percorso tra passato e presente, alla scoperta dei messaggi che l’artista ha inteso celare in ciascuna delle 15 opere che compongono la mostra. Le sue Décoration de Luxe sono figure di porcellana kitsch su consolle finemente smaltate, rivestimenti murali dall’impronta ornamentale che si alternano alle opere in ceramica su cui Widawski ha “bruciato” le sue fantasie figurative. A prima vista, il suo lavoro formalmente estetico ma anche qualitativamente artigianale, sembra essere stato rubato da un museo di arti e mestieri; solo in seguito ad una più attenta osservazione le opere si svelano interamente. In virtù della sua profonda conoscenza dell’estetica e del linguaggio simbolico delle epoche culturali passate, l’artista si concede infatti libertà che sono tutt’altro che arbitrarie. Dietro alle decorazioni dell’umanità, Widawski non esita così a confrontarsi con gli stereotipi, scoprendo assurdità e giocando sui i contrasti. Ne è esempio la scultura Figures de Dècoration con figure decorative, in stile Rococò, alle quali è stato aggiunto un testo in stile fumetto per partecipare al dibattito # Me-Too. La coppia di sculture è presentata su una consolle in ceramica lavorata a mano, sulla quale è incorniciato il simbolo dell'hashtag in rocaille, dipinta sottosmalto come gli antichi maestri. Le dissonanze nell'armonia di forma e contenuto vengono utilizzate deliberatamente per poter indirizzare il dibattito in una prospettiva completamente diversa. Se infatti nell’età dell’illuminismo, i salotti del Rococò erano le sedi per appassionate discussioni, nell’era digitale è consuetudine invece intervenire pubblicamente sotto forma di hashtag tweet nei social network. In modo simile, Dana Widawski mette poi in parallelo il movimento di industria- lizzazione Arts & Crafts con lo Zeitgeist di oggi. A questo scopo, l’artista riprende gli ornamenti di William Morris, dipingendoli a stencil sulla tela, inserendo contemporaneamente quegli elementi che rappresentano la sua visione di una società più vivibile. Come Luigi Ontani o l’inglese Greyson Perry, si dimostra abile nel prelevare citazioni dalla statuaria classica e dal vasto repertorio delle arti applicate per costruire un caleidoscopio di rimandi tra passato e presente, tra implicazioni sociali e indagine del sé. Dana Widawski (1973), vive e lavora a Berlino. 1995 - 2000 studia Design tessile alla Burg Giebichenstein Hochschule für Kunst und Design in Halle/Saale (Diplom). Dal 2004 al 2006 frequenta Art in Context, Universität der Künste in Berlin (Master of Arts). 2018 è stata insignita con il premio L102.ART PRIZE, 2011 con il premio Kunstpreis der Stadt Schwabach. 2001 vince il Förderpreis der Wilhelm-Lorch-Stiftung. Il suo lavoro è stato presentato in occasione del VI Kunstfestival Bydgoszczcz (Polen); O19 | OSTRALE Biennale, Dresden; Kunstquartier Bethanien, Berlin; Galerie Gilla Lörcher | Contemporary Art, Berlin; Stadtgalerie Schwabach, Bayern; Kulturstiftung der Spaarkasse Karlsruhe; Freies Museum Berlin; Higure 17-15 CAS, Tokio, (Japan); danubeVIDEOARTfestival, Grein (Österreich). Tra le opere pubbliche realizzate, citiamo:Fassadenkunst, Drontheimer Str. 19 e Dirschauer Str./Ecke Revaler Str., Berlin; Wandmalerei zur Ortung VII, Südliche Ringstr. 10, Schwabach (Bayern); Kunst am Bau, Georg-Friedrich-Händel-Halle, Halle/Saale.