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La Kunsthalle West Lanaè lieta di presentare la mostra personale di Erich Dapunt, Repos Animé, nella sede del Palais Mamming Museum di Merano. Un carosello e uno stabilimento balneare, figure di cartapesta e aree apparentemente derelitte, abbandonate. Queste antitesi sono il contenuto di questa serie di immagini scattate in Francia e che raccontano i luoghi visti dagli occhi del fotografo. Un viaggio lungo dieci scatti, dove leggere mutazioni prospettiche influenzano in modo inequivocabile la testimonianza di una foto. L’imponente costruzione con l‘insegna “Plage –Beau Rivage“ che indica la spiaggia retrostante e sulla quale un’immensa quantità di sedie gettate e incastrate una sopra l’altra, fanno trasparire l’immagine di un lustro ormai passato, tramontato. Persino i colori sono spariti. E neppure le grigie e vuote strade centrano in alcun modo con la spiaggia, tantomeno col mare. Solo dalla quarta immagine l’azzurro del cielo si staglia negli occhi e le due affilate torri nell’orizzonte sembrano promettere qualcosa. Ma all’avvicinarsi delle torri si scopre, che non si tratta di una promessa di Beau Rivage(bella spiaggia): vi scorre solo un fiume. La strada la si ritrova pertanto solo attraversando i ricordi e, perché no, un sogno. Nelle successive tre opere si incontrano un vecchio carosello a due piani. Un’anziana signora è china dinanzi: pensa ai tempi passati, alla sua infanzia? In un altro scatto si ritrovano di fronte allo stesso carosello una donna attempata e un ragazzo. Da qui, il ben distinguibile nome del carosello fa intuire, così come recita l’insegna, alla Belle Époque, a uno splendente passato in collaborazione con individuale e collettivo. Un cavallo, liberatosi dalla schiavitù, sembra volare contro la profondità del cielo azzurro. Nel cielo si librano due figure di cartone che sembrano saltare da un castello. Vogliono forse condurre il cavallo e l’osservatore all’illusione di una promessa “bella spiaggia”? Esiste veramente una via dai “bei tempi”(Belle Époque) alla „bella spiaggia“ (Beau Rivage)? Nello scatto successivo lo sguardo dall’alto sulla riva è ancora più ristretto, senza orizzonte, dove sullo sfondo si stagliano invadentemente i resti dei due edifici di cemento delle prime foto. La prospettiva si abbassa e l’orizzonte si estende nell’immagine seguente, che ritrae persone rilassate e gaudiose. L’atmosfera assume un ulteriore incremento nell’ultimo scatto, nel quale l’occhio intuisce non solo la costa e le figure umane, ma al contempo il cielo, perdendosi poi in un orizzonte senza fine. La vela variopinta di un Kitesurf, o forse di un paracadute, unisce mare e cielo associando l’umanità a entrambi. È quindi forse qui che si trova la “bella spiaggia“ promessa, la Beau Rivage?