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Attraverso installazioni, video e performance, Sapountzis porta un nuovo livello di consapevolezza nello spazio della vita pubblica, guardando tanto al suo presente quanto al suo passato. Per la mostra personale a Merano Arte si è confrontato con gli spazi semipubblici delle camere d’albergo, proponendo un collegamento con l’atelier e con lo spazio espositivo, in qualità di luoghi rispettivamente di produzione e di presentazione e fruizione dell’arte. In preparazione della mostra l’artista ha avuto la possibilità di vedere i depositi di molti alberghi di Merano e di selezionare oggetti e mobili che ha successivamente integrato nella sua installazione al Kunsthaus. Ha quindi allestito nei primi due piani una sequenza scenografica di situazioni, oggetti e narrazioni, strettamente correlata all’architettura caratteristica di quella che era stata un’abitazione sotto i portici. La messa in scena si apre con l’installazione di oggetti provenienti dall’atelier dell’artista: materiali, utensili, cose personali si mescolano e si moltiplicano attraverso disegni degli oggetti stessi. L’installazione Look and Cook propone nel titolo un’esortazione a guardare attentamente, che può essere assunta come suggerimento per tutta la mostra: gli oggetti emergono continuamente sotto forme diverse, come oggetti stessi o come loro riproduzioni in forma di disegni ma anche fotografie che Sapountzis stampa su lenzuola. “Mi piace creare con i miei materiali un caos che devo poi riordinare” – afferma Sapountzis – e apprezzo ancora di più la sensazione di successo quando ci riesco. Il processo conta più del risultato” (Sapountzis in un’intervista di Yilmaz Dziewior). Yorgos Sapountzis lavora sempre con materiali leggeri e semplici: aste di alluminio, lenzuola, stoffe colorate fungono al contempo da supporto per le immagini e da elementi architettonici. Queste installazioni flessibili e temporanee hanno la stessa vivacità e lo stesso dinamismo che mostrano anche i suoi video e le sue performance: ad esempio nel nuovo video realizzato appositamente per questa mostra Sapountzis mette la propria persona in relazione allo spazio urbano, proponendo una passeggiata notturna in cui l’artista si muove attraverso Merano mostrando una percezione differente della città. La presenza del corpo è un aspetto centrale nei lavori di Sapountzis e in questa mostra: da una parte egli è infatti onnipresente nelle foto, nei frammenti e nei calchi di statue e monumenti (ad esempio nell’installazione Dance Studio calchi in gesso di frammenti del corpo sono raccolti davanti a una sorta di paravento); dall’altra ogni visitatore ridefinisce la mostra attraverso la sua presenza e i suoi movimenti nello spazio. Il titolo della mostra MICHSICH HOTEL contiene tanto un riferimento alle memorie e alle esperienze individuali quanto a quelle collettive e, al contempo, allude alla sovrapposizione tra luoghi privati e pubblici. Mano a mano che si attraversano queste installazioni e questi spazi espositivi emergono nuovi ordini e nuove narrazioni.