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Spigoli, sbalzi e curve. L’equilibrio sfuggente nell’architettura di Sandy Attia e Matteo Scagnol MoDusArchitects. Sandy Attia e Matteo Scagnol si incontrano durante gli studi alla Harvard University, negli Stati Uniti e in seguito intraprendono un percorso professionale e di ricerca fondando MoDusArchitects nel 2000 con sede a Bressanone. Lo studio si distingue per un approccio eterogeneo ai vari ambiti dell´architettura, combinando due differenti formazioni culturali che contaminano e arricchiscono di volta in volta ogni progetto di nuove valenze. I lavori realizzati appartengono ai vari ambiti dell’architettura dalle opere infrastrutturali fino agli allestimenti e agli arredi. Lo studio ha ottenuto importanti riconoscimenti tra i quali la menzione d’onore al premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2015 e nel 2012, il primo premio Oderzo nel 2014, il primo premio all’International 2013 Piranesi Award e il premio speciale della giuria Per l’architetto Italiano dell’anno 2013. I lavori realizzati sono stati presentati alle ultime tre edizioni della Biennale di Architettura di Venezia, e alla mostra L’Architettura del mondo alla Triennale di Milano nel 2012. Nel 2013 sono presenti con una loro ideazione alla mostra ENERGY del MAXXI a Roma. Quest’anno, sul invito del Ministro Franceschini sono stati invitati alla curatela dell’esposizione del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia, Biennale di Architettura di Venezia del 2016. Negli ultimi anni lo studio ha completato una serie di edifici acclamati dalla critica, che includono il Centro di Riabilitazione Psichiatrica a Bolzano, la tangenziale Bressanone-Varna, il Polo Scolastico nel quartiere Firmian a Bolzano, la Casa Atelier Kostner a Castelrotto e la nuova sede e ampliamento Uffici Damiani Holz&Ko a Bressanone. In seguito ad una serie di riconoscimenti nazionali ed internazionali, nuovi progetti sono in fase di sviluppo in un più ampio contesto geografico. La mostra spigoli, sbalzi e curve prende a tema la manipolazione della forma e le sue ripercussioni nelle opere dello studio MoDusArchitects, svelando una profonda riflessione sull’equilibrio sfuggente del fare architettura. La matrice espressiva dei volumi, sagomati e scolpiti si piega alle condizioni che di volta in volta il progetto trova, mantenendo un sottile carattere enigmatico, mai consolatorio. In mostra sono esposte immagini di grande formato su tela e 25 modelli di piccole dimensioni eseguiti con la tecnica di stampa a polveri che nel loro confronto generano sull’osservatore uno straniamento della scala di rappresentazione distillando il senso e l’eterogeneità che sottende il titolo della mostra. Tali elementi di rappresentazione dell’architettura sono accompagnati dall’apparente fragilità e qualità effimera del disegno a mano testimone dell’origine delle forme e degli spazi. Infine, una sala verrà dedicata al racconto dell’ultima opera conclusa, il rifugio Ponte di Ghiaccio a 2.550 metri di altitudine; una storia di persone e del cantiere che in pochi mesi ha trasformato un disegno in realtà.