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Un’installazione sonora di Christian Martinelli Curata da Angelika Burtscher e Daniele Lupo Una notte circa 17 anni fa chiesi a Harald: “ Cosa cambieresti della tua vita?” Dopo una piccola pausa rispose sicuro di sé: “Vorrei la stessa famiglia, gli stessi amici e un po’ di forza in più.” Da questo momento fotografo la su famiglia, i suoi amici e specialmente la sua forza. Con questi pensieri il fotografo Meranese Christian Martinelli ha iniziato il suo progetto fotografico “Stories”, che gira attorno alla vita di un amico malato di atrofia muscolare, più di diciassette anni fa. Le foto parlano della sua famiglia e dei suoi amici, di fragilità, amore, voglia di vivere, bellezza e fugacità e creano un album collettivo di ricordo. 11 foto tratte da “Stories” fanno da cornice alla stagione 2014-15 delle Vereinigten Bühnen Bozen. Per il concetto di comunicazione lo studio Lupo & Burtscher ha avuto l’idea di collaborare ogni anno con un’artista o fotografo altoatesino diverso per la campagna pubblicitaria illustrata della stagione. Nell’ambito dell’iniziativa “Kunst zu Gast” (“Ospitiamo l’arte”) Christian Martinelli realizza un’installazione sonora davanti al teatro, all’entrata del Teatro Studio. I protagonisti di “Stories” riflettono in corti statement audio vicinanza fisica, amore, sessualità e pudore. “É il pudore a controllare il grado d’intimità che poi ammettere”, dice una delle protagoniste. Tramite un’installazione sonora di quindici minuti l’artista ci da un ulteriore visione e un racconto sensibile dei rapporti tra le tredici persone, che accompagnano il loro amico Harald da 17 anni in tutte le situazioni di vita e durante questo tragitto si avvicinano passo a passo a se stessi e alle persone loro circostanti. “Esilio. Ti ha preso, questo dannato pudore, si è impossessato di te”, cosi la frase finale di Harald, l’importante anello di collegamento in un album di una famiglia ipotetica. Christian Martinelli, nato a Merano nel 1970, lavora dal 1999 come reporter fotografico ed è uno dei fondatori del collettivo artistico “CubeStories”.