Informazioni evento

Un progetto realizzato dagli studenti della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. Il 14 ottobre 2022, due attivisti per il clima hanno gettato della zuppa di pomodoro sul famoso dipinto "I girasoli" di Vincent Van Gogh. Gli attivisti hanno inscenato il loro attacco in modo efficace dal punto di vista mediatico per lanciare un appello al mondo ad agire subito. Quest’azione, in qualche modo iconoclasta, ha ispirato tutta una serie di offensive simili per gesta o simbologia alle opere iconiche dell'arte occidentale. Le reazioni dell'opinione pubblica sono oscillate vagamente tra la disapprovazione morale e l'approvazione. Ci chiediamo perché il mondo dell'arte non abbia reagito immediatamente quando era il bersaglio immediato di questo attacco? Cosa significa quindi per gli artisti emergenti quando i loro coetanei utilizzano le opere d'arte come bersaglio e mezzo di protesta? La mostra "Econoclasm" alla Galleria Alessandro Casciaro esplora proprio le radici di queste gesta. Gli studenti della Facoltà di Design e Arti dell'Università di Bolzano hanno affrontato questo attualissimo quesito nel corso del semestre invernale. Il gruppo Studio Exhibit, guidato da Leander Schwazer, ha innanzitutto collocato le proteste climatiche del museo nella storia ultradecennale dell'iconoclastia. Il tema è stato poi rapportato al presente, scegliendo la città di Bolzano come luogo d'azione. Si tratta di realtà, e questo è ciò che qui si vuole raggiungere. La distruzione e l'inquinamento delle opere d'arte sono reali quanto il cambiamento climatico per gli attivisti ambientali. Il punto di riferimento per i concetti artistici elaborati dagli studenti è la spazzatura della città, montagne di cartone, resti di multinazionali del settore dell’abbigliamento. Gli studenti li hanno raccolti meticolosamente per le strade di Bolzano per poi gettarli nel fuoco in una sorta di rituale. Il mucchio di ceneri è stato raccolto ordinatamente, come un tesoro, e costituisce il materiale di lavoro delle opere realizzate per la mostra. Le ceneri vengono utilizzate come vernice e per un dipinto su larga scala o come riempimento di pillole poi assemblato in una pseudo-architettura urbana... ma la trasformazione ha dato luogo anche a oggetti ironici e critici, come ad esempio un semplice tappeto, ma altamente deperibile, o alla trasformazione in sapone, che ha fatto emergere nuovi riferimenti al rituale della pulizia. Questi lavori sono quindi, nella loro essenza, opere di conversione, da un materiale a un altro, da rifiuti a opere d'arte. Il giorno dell'inaugurazione si potrà assistere a una concreta trasmutazione in forma di performance. Una sorta di cerimoniale di purificazione dei corpi ricoperti di cenere. Il titolo della mostra, Econoclasm, racchiude in sé i termini iconoclastia ed economia, collegandone temi e contenuti. Forse questo neologismo proclama un movimento artistico del tutto nuovo, che gli studenti presentano qui come tale per la prima volta. Un'arte della conversione che non affronta il comportamento distruttivo e sfruttatore della nostra cultura con la negazione, ma lo applica in modo produttivo. Studenti: Matilde Baldassari, Tino Bors, Francesca Cantele, Ludovica Faro, Claudia Gianella, Dora Musola, Morin Pichler, Viola Silvi, Daniel Walcher, Maria Zugliani Staff docente: Leander Schwazer, Gerhard Glüher, Davide Tommaso Ferrando