CULTURE

Un grande amore per la musica classica
Intervista a Silvia Cesco, docente di chitarra presso la Scuola Vivaldi

08 Un grande amore

Silvia Cesco è chitarrista e docente di chitarra classica presso la Scuola di Musica Vivaldi a Bolzano.

Di origini veneziane, risiede nel capoluogo altoatesino da molti anni, dove insegna e svolge un’intensa attività concertistica, spaziando tra diversi generi musicali.

Raccontaci del tuo primo incontro con la musica e col tuo strumento musicale, la chitarra…
Fin da ragazzina ero molto curiosa, perciò non ebbi difficoltà a mettere il naso nel mondo musicale appena mi fu proposto, all’età di 10 anni. Seppure non sapessi quale strumento volessi suonare, sapevo quali non avrei voluto! La chitarra si presentò sulle scale di casa: un ragazzo che abitava nello stesso condominio poteva prestarmi una chitarra e insegnarmi qualcosa. E così la storia cominciò. Ricordo il grande impegno dei primi giorni per accordare la chitarra col diapason, mi sembrava una impresa impossibile, ma raccolsi la sfida… Poi qualche canzone, diversi insegnanti, il gruppo pop in cantina, fino al diploma al conservatorio, e poi all’attività concertistica.

Quali sono i tuoi compositori preferiti?
Senz’altro i compositori antichi fino all’epoca barocca e i moderni/contemporanei. Se i primi mi catturano soprattutto per la costruzione musicale, i secondi corrispondono artisticamente al mondo che ho vissuto e che vivo. Degli antichi e dei moderni/contemporanei mi piace la relativa imprevedibilità delle composizioni. Della musica moderna/contemporanea apprezzo la capacità di generare negli ascoltatori sorpresa e reazioni. Credo possa contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo.

Che generi musicali ascolti?
Ascolto con curiosità qualsiasi genere.

Tra i docenti coi quali hai studiato e ti sei perfezionata, chi vorresti ricordare in particolare?
Tutti i docenti che ho avuto mi hanno lasciato qualcosa; tuttavia desidero menzionare Christoph Jäggin, docente alla Formazione concertistica alla Hochschule für Musik di Winthertur in Svizzera, che mi ha aperto la strada nella musica contemporanea per chitarra. In questo repertorio ho trovato un intenso rispecchiamento ed è il repertorio con cui ho svolto principalmente l’attività concertistica.

Hai tenuto numerosi concerti in Italia ed all’estero. Di quali conservi i più bei ricordi?
Ho ricordi molto vivi dei concerti in Brasile e Argentina, dove ho trovato grande interesse e attenzione per il repertorio contemporaneo per chitarra sola che presentavo. Del Brasile ricordo in particolare la calorosissima risposta del pubblico: abituata alla composta reazione europea alla musica contemporanea, vedere il pubblico applaudire alzandosi in piedi è stato sorprendente. Ricordo con grande piacere il concerto alla Schönberg Hall presso l’Università della California a Los Angeles UCLA: ha corrisposto ad un periodo di grande preparazione e intensità espressiva da parte mia, nonché di speciale condivisione col pubblico. Poi un momento speciale in Romania nella cattedrale di Brașov: durante l’esecuzione di un brano suggestivo, con suoni picchiettai e soffiati, ha cominciato a piovere e i suoni della pioggia all’esterno e quelli della mia chitarra si sono fusi creando un’atmosfera magica.

Oltre ad aver studiato chitarra hai conseguito la laurea in musicologia presso il DAMS di Bologna, nel periodo in cui vi insegnavano docenti di fama internazionale. Ne ricordi con stima qualcuno?
La frequenza al DAMS di Bologna è stata altamente formativa e coinvolgente. Tra gli ottimi insegnanti che ho avuto, ne cito un paio: Nino Albarosa, docente di Paleografia Musicale, e Franco Donatoni, di cui per due anni ho frequentato le lezioni di Elementi di Armonia e Contrappunto, che mi hanno fornito la chiave per interpretare eventi della vita e della cultura attraverso logiche musicali. Donatoni mi ha fortemente incoraggiato a capire il ruolo che poteva avere la musica nella mia vita. Ho svolto la mia tesi di laurea proprio in Elementi di Armonia e Contrappunto.

A quali autori di musica contemporanea sei più affezionata?
Nomino volentieri alcuni compositori che ho in repertorio quali Giacinto Scelsi, Luciano Berio e in particolare Niccolò Castiglioni e Franghiz Ali-Zade, con i quali ho avuto modo di collaborare per l’esecuzione delle loro composizioni. Come ascoltatrice cito di nuovo Ali-Zade, poi Olivier Messiaen, Peteris Vasks, Arvo Pärt, Michael Torke, Michael Gordon.

Oltre al tuo insegnamento di chitarra presso la Scuola di Musica Vivaldi di Bolzano, quali sono state le tue esperienze didattiche?
Ho cominciato ad insegnare musica in scuole di campagna in provincia di Venezia. Molti ragazzini arrivavano a scuola in trattore e avevano tutt’altri interessi. È stato impegnativo! Di grande soddisfazione sono state le Masterclass che ho tenuto presso i conservatori di Buenos Aires e di La Plata in Argentina, e all’Università della California a Santa Barbara UCSB. Oltre alla musica, ho avuto occasione a Bolzano di insegnare italiano a migranti, un’esperienza emozionante e occasione di riflessione.

Parlaci delle tue incisioni discografiche…
Ho preso parte a diverse incisioni dedicate a brani di compositori altoatesini, a melodie popolari sudtirolesi e irlandesi con improvvisazione e a musica popolare europea. Sono particolarmente fiera del cd solistico Phantasie, pubblicato dalla milanese MAP, che raccoglie brani per chitarra del 20° secolo. Il titolo riprende quello della composizione di Franghiz Ali-Zade, che ho registrato in prima mondiale.

[Gregorio Bardini]

 

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