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Un palco che non smette mai di emozionare, quello di Villa Welsperg in Val Canali, che ospita l’omaggio di Stefano Belisari, in arte Elio, al grande Enzo Jannacci. Due milanesi doc, all’ombra delle Pale di San Martino, in questo spettacolo canzone, giocoso e profondo al tempo stesso, che incarna la natura di Jannacci. Ruvido come carta vetrata nelle sue feroci fotografie di una Milano delle periferie anni ’60 e ’70. “Roba minima” diceva Jannacci “barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli e telegrafisti dal cuore urgente”. Un teatro dell’assurdo, come spesso sa essere la realtà, “dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale”. Artista poliedrico, Jannacci, capace di mescolare stili e temi apparentemente inconciliabili, rivive grazie all’estro della sensibilità artistica di Elio che, smessi i panni di Elio e le Storie Tese, si accompagna a cinque musicisti, “stravaganti compagni di viaggio, insolita e bizzarra carovana sonora”. Diretto alla regia da Giorgio Gallione, Elio padroneggia musica e testi firmati da Michele Serra, Umberto Eco, Carlo Emilio Gadda, Dario Fo ma anche Beppe Viola, Franco Loi e Cesare Zavattini.