Print ART 24
In collaborazione con quattro artisti altoatesini - Arnold Dall'O, Ulrich Egger, Ursula Stingel e Georg Tappeiner, la nostra azienda organizza una mostra di opere che utilizzano i più recenti processi di stampa digitale.
In collaborazione con quattro artisti altoatesini - Arnold Dall'O, Ulrich Egger, Ursula Stingel e Georg Tappeiner, la nostra azienda organizza una mostra di opere che utilizzano i più recenti processi di stampa digitale.
Mostra di media audiovisivi “Black Box” "Ich bin ein Anderer" viene messo in scena al Circolo sotto forma di BlackBox. Per un periodo di tre settimane, questa Blackbox mostra una variegata selezione di video e cortometraggi. Ispirati dalla famosa frase di Arthur Rimbaud, i video e i cortometraggi mostrati esplorano la verità fondamentale che non esistiamo in isolamento. La nostra comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda è plasmata dalle nostre relazioni con gli altri. Ci definiamo attraverso l'opposizione dell'Altro, attraverso il dialogo e lo scambio. I video e i cortometraggi nella Blackbox mostrano la diversità dei legami umani. Dall'incontro intimo alle esperienze collettive, vengono illuminate le diverse sfaccettature e influenze delle interazioni e delle emozioni umane. Ogni opera racconta una storia che cattura la complessità e la bellezza delle relazioni interpersonali. Ma le relazioni non nascono solo tra le persone. La mostra invita anche a esplorare i legami tra società, culture e natura. La Blackbox al Circolo crea uno spazio intimo per gli spettatori, per farsi ispirare dalla diversità delle esperienze umane e confrontarsi con i temi della mostra. In un mondo spesso segnato da differenze, la mostra ci ricorda che la nostra umanità risiede nella nostra capacità di connetterci con gli altri. La mostra invita i visitatori a scoprire se stessi nelle storie degli altri, a identificarsi con le emozioni e le esperienze dei personaggi e a esplorare i legami che ci uniscono tutti insieme.
Vincenzo Merola si innesta con il suo lavoro su una doppia tradizione, quella dell’arte concreta e delle sperimentazioni verbovisive. Linguaggi apparentemente molto diversi ma che condividono tra loro l’ambizione a utilizzare il piano bidimensionale del supporto come campo per investigazioni di natura rigorosa e concettuale che, però, riescano ad avere anche un aggancio di natura estetica. Ciò che però costituisce la peculiarità e la freschezza nella ricerca di Merola è la capacità di servirsi di questi esempi ormai storicizzati per deviarli ai suoi scopi. In questa maniera, all’interno di forme nate da una certa rigidità e chiusura, cominciano a fare capolino aspetti che riguardano la casualità, la comunicazione, la cronaca, il corpo e la propria quotidianità. Si possono così incontrare diagrammi che traspongono e analizzano drammatici fatti di cronaca, simbolismi geometrici che mappano il proprio orizzonte esistenziale giornaliero oppure quadri astratto-concreti formati applicando sistemi compositivi aleatori. È forse in questo che si inserisce l’eresia e la deviazione più sensibile nel lavoro dell’artista: realizzare opere compositivamente ineccepibili, riferimento a una storia molto attenta agli equilibri del dipinto, che per assurdo vengono portate a termine senza investimento intimo ed emozionale. In questo affidamento al caso c’è in realtà una profonda consapevolezza della relatività di tutte le cose, come anche della piccolezza dell’umano nei confronti della realtà nella sua interezza. Per Merola questa operatività è un modo per uscire da se stesso e vedere in maniera più spersonalizzata. Per l’osservatore è un invito a riconsiderare la propria posizione nel mondo, apprezzando anche equilibri cromatici che stimolano l’attenzione per la loro delicatezza e leggerezza. Vincenzo Merola è nato nel 1979 a Campobasso, dove vive e lavora. Tra le più recenti mostre personali si segnalano: Un lancio di dadi (a cura di Angela Madesani, presso BI-BOx Art Space a Biella), Frequenze (a cura di Matteo Galbiati, presso Maurizio Caldirola Arte Contemporanea a Monza), Silent Borders (a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, presso il Centro di arte contemporanea dell’Università del Molise) e Diapason | Alighiero Boetti - Vincenzo Merola (a cura di Valerio Dehò, presso la Galleria Stefano Forni a Bologna); tra le collettive: Orthogonal Landscape (presso Manuel Zoia Gallery a Milano), Cantiere tempo (a cura di Matteo Galbiati, presso Villa Reale a Monza), Nuove opere della collezione tra acquisizioni e proposte (a cura di Bruno Corà e Tommaso Evangelista, presso il CAMUSAC a Cassino) e le partecipazioni a numerose fiere in Italia e all’estero (Arte Fiera - Bologna, ArtVerona, Art Karlsruhe, ART.FAIR - Cologne, Drawing Room - Madrid, Art Bodensee - Dornbirn).