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Informazioni evento
Accademia teatrale F. Campogalliani (MN)
commedia in tre atti di N. Vitali - adattamento al dialetto mantovano di Luigi Zuccaro
Regia di Roberta Vesentini e Maria Grazia Bettini
“Mettere il gatto in cantina è un espediente assai saggio, ma se invece del topo ti mangia il formaggio, questa è la trappola per rimediar….” “Metar al gat in cantina s’evitaria tanti guai ma se invece dal soragh al t’magna al formai, agh voel ‘na trapola par rimediar…..”
Ecco, in sostanza, la metafora in musica che anima e accompagna la vicenda de “Il gatto in cantina”, commedia musicale scritta in italiano nel 1930 da Nando Vitali e trascritta in dialetto mantovano nel 1946 da Luigi Zuccaro, che ne trasferì l’ambientazione dalla Toscana alla campagna mantovana, in quel di Gonzaga, regalando la coloritura del vernacolo anche al canto. In questa più casalinga veste e con il titolo “Al gat in cantina”, la rappresentò sempre l’Accademia Campogalliani dal 1946, anno della sua fondazione, fino alle più recenti edizioni di circa vent’anni fa e a quella attuale.
Le parti cantate si fondono in modo naturale con il parlato per diventare un recitar cantando capace di restituire molti e diversi stati d’animo: la malinconia, gli stratagemmi furbeschi, l’ironia, i principi di vita casti o disinvolti e smaliziati, il patriottismo e molto altro ancora. E inoltre, sottolineano l’analogia gustosissima fra gatto, topo, formaggio e certi umani che giungono inattesi alla villa di Gonzaga disturbando la luna di miele di Toni e Carlota. Ed ecco presentarsi, assai poco gradite, zia Giudita e la figlia Grassia, sfollate a causa degli scontri fra liberali ed esercito austriaco e, poco dopo, l’amico di vecchia data Gianino, che, pur segretamente innamorato di Grassia di cui ignora la presenza e che lo ama a sua volta, si rivelerà un inguaribile seduttore di…donne maritate! E per di più a lui s’ispira, sebbene più rozzamente, il suo aiutante Lisandar con la cameriera Marianina. Con l’aiuto del vicino e saggio Sior Procopio e dell’ignaro servitore Angil, Toni, temendo per la propria moglie e volendo liberarsi degli scomodi ospiti, ordirà un inganno di impareggiabile e scoppiettante acume che prevede scambi di ruoli con gatti, topi e formaggio.
Ci sono anche amore, scanzonato e strappalacrime, un po’ di romanticismo alla Gozzano, un po’ di spirito risorgimentale un pizzico di saggezza e di follia: i caratteri eterni della commedia teatrale ed umana.
Più che un’operetta “Il gatto in cantina” si direbbe allora un’opera di “mezzo carattere” ora buffa, ora più seria e molto patriottica.
La Campogalliani nel suo Settantacinquesimo, volendo riunire passato, presente e futuro, ha scelto di iniziare ritornando alle origini dell’Accademia con questa deliziosa commedia. E ancora oggi, anzi più che mai oggi, c’è inoltre il piacere di ritrovare il valore del vernacolo, la sua vivacità, i suoi modi di dire, ormai quasi dimenticati. Gli interpreti provengono da luoghi diversi della provincia mantovana e le registe hanno scelto di non uniformarne il gergo: ne risulta uno straordinario mosaico di dialetti mantovani, tutti comprensibili e tutti di nostrana e pittoresca immediatezza espressiva.
Ecco dunque che “Al gat in cantina” mantiene ancora la freschezza, l’arguzia, il coinvolgimento, l’attrattiva, la capacità di divertire e di far riflettere su certi valori della vita decretando allo spettacolo un successo ancora vivissimo.
Il nuovo allestimento de “Al gat in cantina” è dedicato a Egisto Cantarelli, recentemente scomparso, che volle fortemente la ripresa di questo spettacolo e che fu per tanti anni presenza attiva, garbata e saggia per la Campogalliani e per il suo pubblico.
PREZZI
Abbonamento n. 09 spettacoli € 60,00 Abbonamento ridotto n. 09 spettacoli € 40,00 Biglietto singolo spettacolo € 9,00 Biglietto ridotto € 7,00
Riduzione per ragazzi under12 anziani over 65 anni - soci UILT (gruppi organizzati, circoli ecc. solo per abbonamenti e per un minimo di n. 10)
ABBONAMENTI E BIGLIETTI IN VENDITA
Presso SEDE della FILODRAMMATICA DI LAIVES - Via Pietralba, 37 dalle ore 9 alle ore 12 I POSTI IN ABBONAMENTO E I BIGLIETTI PRENOTATI SARANNO NUMERATI E VERRANNO RISERVATI FINO ALLE ORE 20,45 E' possibile prenotare (anche telefonicamente – segreteria telefonica) i biglietti presso la sede della Filodrammatica o il giorno dello spettacolo presso la cassa del Teatro a partire dalle ore 20,00
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• FILODRAMMATICA di LAIVES, via Pietralba, 37 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00. • TEATRO CRISTALLO di BOLZANO, via Dalmazia, 30/a Lun/ven. 16.30-18.30 gio/sab. 10.00/12.00 - tel. 0471 1880789 • ASS. TURISTICA LAIVES BRONZOLO VADENA, via Kennedy, 88 8.30-12.30 /14.00-18.00 sab. 9.00-12.00 - tel. 0471 950420
von Miguel de Cervantes Saavedra Eine Koproduktion mit dem Landestheater Niederösterreich und Panev?žio teatras „Menas“ Litauen Alle Macht der Fantasie! Don Alonso, ein durchschnittlicher Edelmann aus La Mancha, beschließt eines Tages, als fahrender Ritter in die Welt zu ziehen. Inspiriert durch die Lektüre von Ritterromanen, nennt er sich fortan Don Quijote und übernimmt die Rolle des Kämpfers gegen das Böse, er streitet für ein neues „Goldenes Zeitalter“. Gemeinsam mit seinem Knappen Sancho Panza sucht er das Abenteuer. Doch statt Heldentaten zu vollbringen, erleiden die beiden oft schmachvolle Niederlagen. In ihrer Vorstellung hingegen sind sie unbesiegbar, sie kämpfen gegen Zauberer, Dämonen und Ungeheuer. In der Realität sind ihre Gegner aber nicht die Riesen aus ihrer Fantasie, sondern normale spanische Windmühlen, die mit ihren Flügeln zurückschlagen. Miguel de Cervantes, selbst ein wilder Abenteurer, beginnt im Jahre 1605 den ersten Teil des Romans im Gefängnis zu schreiben. Bis heute ziehen uns die Abenteuer vom „Ritter von der traurigen Gestalt“ in ihren Bann. „Don Quijote“ ist eine Ikone der spanischen Literatur, ein Mythos der Abenteuerlust und Weltaneignung für alle Träumer:innen und Phantast:innen. Der junge Regisseur Nikolas Darnstädt entwickelt in seinen Arbeiten überraschende Bilderwelten, die in ihrer ästhetischen Überhöhung faszinieren. In seiner Theaterfassung stellt er die Kraft der Ideen, der Kreativität und der Fantasie gegen die Realität und ihre gesellschaftlichen Normen. Für die Inszenierung von „Don Quijote“ arbeitet er mit einem europäischen Ensemble aus Litauen, Österreich und Südtirol und in verschiedenen Sprachen. Miguel de Cervantes Saavedra *1547 in Alcalá de Henares, ist der herausragende Romancier im Siglo de Oro, dem goldenen Zeitalter Spaniens. Als Soldat nahm er an der berühmten Seeschlacht von Lepanto teil, verbrachte fünf Jahre als Gefangener in Algier und musste nach seiner Rückkehr u.a. als Steuereintreiber sein Leben fristen. All seine Erfahrungen gehen ein in das Buch, das dem modernen Roman das Tor öffnet: „Don Quijote“. Kritiker bezeichnen ihn als eines der besten Werke der Weltliteratur. Cervantes stirbt 1616 verarmt in Madrid. Besetzung Mit Christoph Kail, Bettina Kerl, Sarah Merler, Lennart Preining u.a. Regie Nikolas Darnstädt Bühne und Kostüme Daniela Zorrozua Musik und Sounddesign Lukas Darnstädt Dramaturgie Thorben Meißner Produktionsleitung Alina Aleshchenko
Dass Frauen nicht nur im Alltag perfekt mit Beruf und Familie jonglieren können, und ohne Improvisation dort gar nichts geht, wissen wir! Aber auch auf der Improbühne zünden die female Improqueens ein Feuerwerk aus Fantasie, Action und Lachgaskanonen. Ob liebenswürdige Lastwagenfahrerinnen oder fluchende Kindergartenpädagoginnen, Cis-Löwinnen und Bariton singende Diven: diesen Abend rocken die Frauen! Fürchtet euch nicht: die wollen nur spielen!
Fassung von Bastian Kraft Wortgewandt, charmant und ein Betrüger Du sollst nicht lügen – es sei denn, du hast Talent. Und das hat Felix Krull. Mit seinen „Bekenntnissen des Hochstaplers Felix Krull“ schuf Thomas Mann die Memoiren eines gerissenen Kriminellen und Fantasten, der die gute Gesellschaft mit Leichtigkeit um den Finger wickelt und sich so seinen Weg nach oben bahnt. Felix Krull löst sich von seinem bankrotten Elternhaus im Rheingau, um mit „natürlicher Begabung für gute Form“ den Reichen, Schönen und Mächtigen genau das vorzuspielen, was diese in ihm sehen wollen. Auf diese Weise entzieht er sich dem Militär, verführt spielend die Pariser Damenwelt und tauscht schließlich mit dem Marquis de Venosta seine Identität. Einem Leben voller „Liebeslust“ scheint nun nichts mehr im Wege zu stehen. In Bastian Krafts Roman-Adaption spielen die drei Schauspieler Pascal Fligg, Nicola Fritzen und Justin Mühlenhardt abwechselnd den handelnden und den denkenden Felix und schlüpfen auch in die anderen Rollen des Buches. 2012 war die Produktion des Münchner Volkstheaters in Schlanders, Meran und Brixen zu Gast und erhielt den Publikumspreis des Südtiroler Kulturinstituts. Nun ist die Inszenierung, die in München noch immer erfolgreich läuft, in Bozen zu sehen. Ein Gastspiel des Münchner Volkstheaters nach „Die Bekenntnisse des Hochstaplers Felix Krull“ von Thomas Mann Fassung von Bastian Kraft REGIE: Bastian Kraft BÜHNE UND KOSTÜME: Anna van Leen MUSIKKOMPOSITION: Arthur Fussy DRAMATURGIE: Kilian Engels MIT: Pascal Fligg Nicola Fritzen Justin Mühlenhardt
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