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Canne al Vento - Mutter und Tochter - Pubblicato da martin_inside

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Quia ergo femina.
Catalin Vicens Organo und Portativorgel

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  • Entreda debant/Eintritt frei/Ingresso gratuito En colaborazion con la Consulta ladina dl Comun de Bulsan Jan Moling: handpan, percussion, didgeridoo Katia Moling: viola, violin, voice Gota significa goccia in lingua ladina, come il suono ricreato dall'handpan, strumento utilizzato nella loro musica, che evoca appunto quello di una goccia che cade. La loro musica spazia dai suoni meditativi dell'handpan, viola e voce, ad atmosfere arcaiche del didgeridoo, ai ritmi energici delle percussioni che invitano a ballare. Il canto, elemento importante nella musica di Gota, è in ladino, lingua madre dei fratelli Jan e Katia Moling, una lingua sinuosa che trova espressione nella loro musica attraverso diverse tematiche, come il legame fra emozioni, natura e vita.
  • Laura Marzadori , violino Olaf Laneri, pianoforte LUDWIG VAN BEETHOVEN: Sonata n. 7 in do minore op. 30 n. 2 DIEGO CONTI: brano contemporaneo FELIX MENDELSSOHN: Sonata in fa maggiore MANUEL DE FALLA: Seis canciónes españolas
  • Voce alle donne Silvia Puggioni e Gledis Gjuzi. Siamo abituati a pensare alla musica classica come un mondo popolato da imponenti figure maschili. Uno su tutti, ad esempio, Wolfgang Amadeus Mozart. Che dire di Maria Anna Mozart, sorella maggiore di Wolfgang, che si esibì per diversi anni accanto al fratello mostrando doti straordinarie. Fu suo padre Leopold ad allontanarla dalla scena musicale per puntare “l’occhio di bue” sul genio di Amadeus. Era infatti normale che una donna venisse educata alla musica, ma per un semplice fatto di etichetta e di intrattenimento per gli ospiti, vietandole di farne una professione. Nonostante il dominio delle figure maschili, sono tantissime le donne che hanno dato un enorme contributo al mondo della musica colta. Malgrado gli esigui numeri relativi a presenze e partecipazioni ancora fortemente condizionati dal passato e, in particolar modo, dai tempi in cui alle donne si consentiva di imparare a suonare ma non di farne un mestiere, è impossibile ignorare le figure femminili che negli anni hanno arricchito e in parte rivoluzionato la musica classica. Pensiamo alla celebre Clara Wieck, ai suoi tempi nota come la “Regina del pianoforte”, che viene pur sempre ricordata come la “moglie del celebre compositore Robert Schumann”. Fu una delle prime donne a tenere concerti in tutta Europa: il suo immenso talento fu messo alla prova sia dal dolore agli arti superiori che divenne presto cronico per via della sua continua attività (nel 1854 tenne ventidue concerti in meno di due mesi), sia dalle gravi malattie psichiche del marito. Ma se Clara è riuscita in qualche modo ad avere un riconoscimento pubblico, sono tante altre le donne che si sono dovute nascondere dietro pseudonimi per poter esercitare la professione senza pregiudizi così come accade anche in letteratura: si veda ad esempio la famosa autrice inglese della saga di Harry Potter, Johanna Rowling, divenuta famosa sotto lo pseudonimo J.K. Ed è proprio in Inghilterra che nel 1911 nacque la Society of Women Musicians, un gruppo per la cooperazione reciproca tra donne compositrici ed esecutrici in risposta alle limitate opportunità professionali delle musiciste dell'epoca. La strada verso la parità dei diritti è ancora molto lunga, come ha mostrato il recente studio del The Guardian secondo cui su 1.445 concerti di musica classica e contemporanea di scena in tutto il mondo solo 76 contenevano brani composti da una donna, per una quota di lavori femminili a livello mondiale che non superava il 3%. Con Voce alle donne vogliamo diffondere e valorizzare alcune di queste compositrici che hanno contribuito al repertorio per clarinetto e pianoforte con pagine di grande rilievo e bellezza. Letture di Max Meraner