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40 Fingers Guitar Quartet - Pubblicato da martin_inside

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40 Fingers Guitar Quartet sono quattro brillanti chitarristi triestini accomunati dalla passione per lo strumento e grande abilità tecnica, con storie musicali diversissime, esplorano nel nome del fingerpicking nuovi universi sonori proponendo un vasto repertorio sia di brani originali sia di cover arrangiate per quattro chitarre. Tutti ben noti per i loro numerosi progetti: Matteo Brenci (Jack Savoretti, Elisa, Jake Barker, The Topix), Emanuele Grafitti (Canto Libero), Marco Steffè (Gipsy Quartet Remake), Andrea Vittori (The Winged Leaves), si sono fatti le ossa sui palchi importanti della loro città natale, conquistando il pubblico. Dal vivo la scaletta pesca dai brani originali di loro composizione e include alcune cover: hanno riarrangiato per le loro quattro acustiche capolavori come “Libertango” di Astor Piazzolla, “Hotel California” degli Eagles, “Sultans of Swing” dei Dire Straits, “Africa” dei Toto, “Tears in Heaven” di Eric Clapton, “While my Guitar Gently Weeps” dei Beatles fino a “L’Estate” di Vivaldi, più altre sorprese… La passione condivisa per il mondo del cinema e per le musiche dei film ha fatto sì che i quattro si cimentassero anche in una serie di interessanti arrangiamenti di famose colonne sonore tra cui la loro versione “a 40 dita” dei due momenti principali dell’opera di John Williams sulla saga di George Lucas (Star Wars), vale a dire il “Main Theme” e la celeberrima “Marcia Imperiale” che su Facebook ha avuto più di 2 milioni di visualizzazioni. Di recente hanno scelto di riarrangiare “Bohemian Rhapsody” dei Queen: il risultato è stato sorprendente! Tra i riconoscimenti ricevuti c’è stato quello dei Queen stessi che hanno inserito il link del video dei 40 Fingers con tanto di complimenti nel loro sito ufficiale. «Ci mandano spesso cover di canzoni dei Queen e ciascuna a suo modo è unica e speciale, ma qualche volta qualcosa ci colpisce in maniera particolare e questa è una di quelle volte. Grazie a Matteo, Emanuele, Marco e Andrea, o 40 Fingers come si fanno chiamare, per aver creato una versione stupenda di “Bohemian Rhapsody”. Buon Ascolto!»: questo si leggeva nella sezione news del cliccatissimo sito ufficiale dei Queen.

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  • Beethoven era, per Šostakovi?, un modello imprescindibile con cui confrontarsi, non solo come compositore, ma anche come giovane pianista nelle classi del Conservatorio di San Pietroburgo, per i cui saggi ed esami dovette affrontare grandi quantità di repertorio, tra cui numerose sonate dell’amatissimo Beethoven. Il concerto di Alevtina Ioffa affianca questi due giganti della musica, partendo dall’Ouverture per Le creature di Prometeo, l’unico balletto completo realizzato da Beethoven, un balletto allegorico che ripercorre il mito di Prometeo, il titano punito da Zeus per aver rubato il fuoco agli dei e averlo donato agli uomini. Il balletto nacque con le coreografie di Salvatore Viganò, celeberrimo ballerino, coreografo e compositore, nipote e allievo di Boccherini, Maître de ballet a Vienna e poi alla Scala di Milano. Beethoven tornerà nella seconda parte del concerto con la Quinta Sinfonia, descritta da E.T.A. Hoffmann come una delle opere più importanti della sua epoca. Questa definizione sarà poi confermata dalla storia della musica, che celebrerà la Quinta di Beethoven come una delle opere più importanti di ogni epoca, sia per la dirompente carica drammatica ed espressiva, figlia dello Sturm und Drang e del Romanticismo letterario, sia per l’abilità architettonica mostrata da Beethoven, che partendo dal celebre “motivo del Destino” dell’esordio costruisce l’intera struttura della Sinfonia. Tra questi due lavori si colloca il Primo Concerto di Šostakovi?, che a Beethoven guarda esplicitamente con la citazione dalla Sonata “Appassionata” (che Šostakovi? studiò in Conservatorio), affiancata ad altre citazioni da repertorio classico e popolare, oltre ad autocitazioni da opere precedenti, spesso venate di sarcasmo. Per eseguire il Concerto op. 35 di Šostakovi?, Ioffe sarà affiancata dalla pianista Anna Kravtchenko, nota al pubblico fin dalla sua vittoria al Concorso Busoni nel 1996, a soli 16 anni, e dalla prima tromba dell’Orchestra Haydn, Nicola Baratin.
  • Trio di Parma Simonide Braconi / viola Johannes Brahms Quartetti per pianoforte op. 25 e op. 26
  • Kammermusikkonzert der Musikschule Bozen Leitung: Prof. Gretl Pohl