Visita guidata alle mostre Franz Wanner con Mit Martina Oberprantacher (curatrice) und Martha Verdorfer (storica e autrice) Nella mostra "Presenze sospese. Immagini di uno sfruttamento", l’artista Franz Wanner affronta un capitolo rimosso della storia tedesca attraverso fotografie, testi, film e oggetti: il lavoro forzato e il suo radicamento sistematico nello stato nazista, nonché le sue ripercussioni sociali ed economiche che permangono fino ai nostri giorni. La mostra è la prima dell’artista in Italia ed è stata realizzata in collaborazione con il KINDL di Berlino e la Lenbachhaus di Monaco. Martina Oberprantacher e storica dell’arte e mediatrice artistica. Dal 2020 e direttrice di Kunst Meran Merano Arte, di cui e responsabile del programma. Insieme a Kristina Kreutzwald ha curato la mostra Franz Wanner – Eingestellte Gegenwarten. Bilder einer Ausbeutung [Presenze sospese. Immagini di uno sfruttamento]. Martha Verdorfer è docente di Storia e filosofia in un ginnasio bolzanino e ha lavorato a diversi progetti di mostre storiche. Oltre all’insegnamento, si occupa di formazione per adulti e pubblica su temi di storia contemporanea dell’Alto Adige, con particolare attenzione alla resistenza, alla cultura della memoria e alla storia delle donne e di genere. Il lingua tedesca. ▲ Costo di partecipazione: 5 / 7 €

Creiamo insieme, con l’immediatezza della tecnica del “monotipo” e la solidità della stampa, un ricordino, un’immagine o un segnalibro. L’idea è di esprimere in questo modo un pensiero, un ricordo, delle forme o dei colori legati ad un’emozione, una memoria, un evento cui teniamo. ricordino s. m. [der. Di ricordo]. – [oggetto destinato a tenere viva la memoria di un fatto, di un luogo e sim.] Laboratorio bilingue. Nell’ambito di REVOLUTION che la morte ci trovi vivi Entrata libera

Di e con Dragan Bursać, Hasan Nuhanović e Andrea Rizza Goldstein Srebrenica 30 unisce fotografie e testi sull’“Aftermath” nello spazio ex jugoslavo. Le immagini di Andrea Rizza Goldstein, frutto di oltre quindici anni di lavoro, indagano il rapporto tra luoghi, identità nazionali, Spomenik e le “rovine” morali e locali di Srebrenica dopo il genocidio del 1995. Hasan Nuhanović e Dragan Bursać, coetanei ma con esperienze opposte della guerra, hanno scritto in parallelo e “al buio” su una selezione di 100 fotografie, tra ispirazione visiva o testi preesistenti. Dragan Bursać – Giornalista e filosofo bosniaco, collabora con Al Jazeera Balkans e Buka. Vincitore dell’European Press Prize 2018 e di premi per la libertà d’espressione. Hasan Nuhanović – PhD in Genocide studies, sopravvissuto al genocidio di Srebrenica, ex interprete ONU. Ha ottenuto sentenze di responsabilità contro lo Stato olandese. Andrea Rizza Goldstein – Fotografo e formatore tra Italia e Balcani. Collabora con il Memorial Center Srebrenica e coordina per Arci Bolzano-Bozen progetti di memoria e cittadinanza.