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Trento Film Festival: Der Kampf ums Matterhorn - Veröffentlicht von martin_inside

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Event-Informationen

Mario Bonnard, Nunzio Malasomma

Germania / 1928 / 117'

Anton Carrel è una guida alpina di Cervinia e sogna di essere il primo a raggiungere la cima del Cervino. Ha la sua occasione quando l'alpinista inglese Edward Whymper lo assume come guida. Carrel è d'accordo anche se il fratellastro invidioso lo convince che Whymper ha messo gli occhi su sua moglie. La spedizione congiunta fallisce, ma anni dopo il loro destino si intreccia ancora, mentre competono per raggiungere la vetta: Whymper vince la sfida, ma il 14 luglio 1865, in discesa, quattro membri della sua squadra precipitano nel vuoto… Il film è un thriller alpino che completa gli eventi storici con una sottotrama passionale e un epilogo giudiziario. Comprende lunghe sequenze di grande realismo e naturalismo, con immagini di forte effetto girate sul Cervino. Un epico racconto in cui l’Uomo sfida la natura, il destino e la montagna. Restaurato nel 2016 dal Deutsches Filminstitut – DIF, Francoforte, con il sostegno di Die Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien.

Accompagnamento musicale dal vivo dell’ensemble "Musica nel buio" diretto da Marco Dalpane, con Dimitri Sillato al violino/electronics e Tiziano Zanotti al contrabbasso.

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  • evento speciale in collaborazione con L'ARTE DEL FAR RIDERE E LAV-Lega anti vivisezione Regia di Pablo D'Ambrosi, Giulia Innocenzi. Genere Documentario, - Italia, 2024, durata 90 minuti. trailer: https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=1Prg_potLCk In collaborazione con l'Arte del Far Ridere e LAV - Lega anti vivisezione, 2 Aprile. Inizio proiezione h 17:30. Entrata h17:15. Sala Videodrome, via Roen 6 Bolzano. Introduzione con Giovanni Vultaggio, LAV Bolzano. Seguirà dibattito e video-collegamento con Lorenzo Mineo* *Ha condotto l’indagine sotto copertura come lobbista a Bruxelles. Coordina l’ufficio di Bruxelles di Eumans – Cittadini per la democrazia e la sostenibilità, un movimento pan europeo basato sulle iniziative popolari, in favore dei diritti umani e della sostenibilità. UN PREGEVOLE ATTO D'ACCUSA NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI EUROPEE E I SUSSIDI AGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI. Recensione di Luigi Coluccio Polesine, Italia: un allevamento intensivo di polli, per rispettare le indicazioni del produttore, deve consegnare soltanto degli esemplari perfetti da poter immettere sul mercato, e gli "scarti" vengono eliminati con pratiche violente. Regione di Berlino, Germania: un allevamento intensivo di mucche, visto l'affollamento dei capi e la scarsa pulizia degli ambienti, viene colpito dal proliferare della mastite (un'infezione e infiammazione della ghiandola mammaria), così il personale non medico somministra antibiotici agli animali malati. Murcia, Spagna: un allevamento intensivo di maiali sfrutta le poche risorse idriche del territorio e scarica in vasconi all'aperto i liquami di risulta, causando inquinamento del suolo e contaminazione della falda acquifera. Tutto vero, disturbante e inquietante. Solo che per alcuni politici, organi di controllo e istituzioni gli allevamenti intensivi non esistono... Food for Profit ha la sua distribuzione indipendente e dal basso che porta il documentario e i suoi autori in giro per l'Italia Forse c'è un unico tema che può unire sensibilità etiche, preoccupazioni sanitarie e criticità ambientali nella riflessione sul sistema socio-economico-valoriale del capitalismo come principale causa del riscaldamento globale - il cibo. Quello che mangiamo, o meglio, ciò che decidiamo di mangiare, ha un impatto razionale, misurabile, diretto con inquinamento, sfruttamento, salute, diseguaglianze. Dobbiamo produrre di più perché dobbiamo mangiare più carne, e per farlo dobbiamo sfruttare più suolo, contaminare più acqua, appestare più aria, somministrare più antibiotici, stipare più animali, violare più diritti. Ma davvero dobbiamo? Food for Profit non solo mette la camera - nascosta e non - al centro di tutto questo, costringendo in qualche modo a guardare (che tu sia spettatore inconsapevole, attivista convinto, politico coinvolto), ma alla fine dei suoi '90 minuti fa una anche una precisa call for action: "Stop sussidi pubblici agli allevamenti intensivi". Ecco, se c'è un pregio indiscutibile del documentario diretto da Giulia Innocenzi e Pablo D'Ambrosi è proprio il suo posizionamento, che si profila inizialmente come lavoro d'inchiesta sulla gestione degli allevamenti intensivi, diventa poi atto d'accusa nei confronti delle istituzioni europee complici in modo diretto e indiretto di questo sistema, e infine mette insieme queste due prospettive per trasmutarsi in un prodotto affilato da brandire per catalizzare la consapevolezza dei cittadini. Senza tirare mai il fiato e mettersi da parte. Innocenzi d'altronde c'è sempre andata dritta nelle cose, vuoi per la sua appartenenza all'albero genealogico-scolastico dell'ariete Michele Santoro su Annozero e Servizio Pubblico, vuoi per la sua vicinanza ideale e lavorativa con il giornalismo impegnato e d'assalto di Report e Le iene, così in questo progetto che spinge ancora più avanti sue precedenti inchieste tv come Che porci! e I monatti (sull'allevamento grattacielo di 26 piani a Ezhou, Cina) ibridandole con l'occhio e l'afflato del documentario cinematografico, si piazza davanti allo schermo facendo funzione di voce narrante, corpo investigativo e coscienza attivista, in una triangolazione che riassume un po' tutta la sua carriera quanto la stessa intima natura di Food for Profit. --- Food for Profit è il primo documentario che mostra il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico. 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