Da sempre aperta alle grandi rivoluzioni (basti pensare ai due terzi di masi storici demoliti dagli anni ’50), al trasporto, al turismo e all’industrializzazione, eppure condannata a presentare se stessa come immutata nei secoli, la Val Gardena si è già guadagnata la sua fama internazionale in campo artistico con personaggi come il regista Luis Trenker, gli scultori Adolf Vallazza e Aron Demetz, il dj e produttore musicale Giorgio Moroder, meglio noto come l’inventore della disco music.
Ciò permette alle nuove generazioni di lavorare con tutta calma a obiettivi molto alti, spesso accompagnate nella loro formazione tecnica iniziale da insegnamenti superiori come quelli offerti dal Liceo e Scuola professionale Cademia di Ortisei. Proprio qui, nel 2012, è nata la rock band dei Madax, cinque giovanotti che in poco tempo sono riusciti a imporsi in un noto contest d’Oltrebrennero e hanno avuto in cambio la possibilità di registrare a Vienna il loro primo cd, uscito all’inizio di quest’anno e intitolato Individuum. David Demetz (chitarre), Alex Walpoth (basso), Luca Langgartner (voce e chitarra), Markus Crepaz (batteria) e Alex Solderer (tastiere), hanno in qualche maniera resuscitato un genere caduto nell’oblio in era grunge come il rock degli anni ’80, i losangelini Toto a fare da musa ispiratrice. Il portavoce del gruppo Alex Solderer ci dà meglio il senso di quanto stiano facendo.
Toto in toto o ascoltate anche altro?
Siamo ispirati fortemente dal rock degli ‘80 e ‘90, i Toto in particolare, ma poi ognuno di noi ha i propri gusti, che vanno da Coldplay ai Pink Floyd al jazz. Però cose mai tanto più astratte o più dure di queste...
Vi relazionate alla premiata ditta dei fratelli Porcaro anche a livello di concezione del ruolo del musicista nel mondo culturale?
Soprattutto noi siamo ispirati ai Queen che fan la musica per quelli dietro, non per quelli in prima fila: cerchiamo di parlare a quelli che non hanno tanta voce. La gente oggi è diversa, è cambiata nel senso che è difficile essere individuali e la tendenza pare quella a criticare il prossimo per ciò che è, cosa che ci allontana gli uni dagli altri...
Voi componete i testi in inglese: su cosa vertono?
Proprio sulle cose dette: riflettono sull’effettiva possibilità di essere individuali e liberi dalle imposizioni della società... Individuum era la parola che univa tutti i pezzi del disco, lo abbiamo capito alla fine delle registrazioni: il titolo è sempre l’ultima cosa da fare...
Negli ’80 la tecnologia entrava prepotentemente nel rock, allontanandolo dalle sue origini: quella degli ultimi due decenni in cosa vi ha cambiato?
La tecnologia digitale ci facilita tantissime cose, nella tecnica strumentale e anche dal vivo. Per registrare il disco a Vienna ci ha colpito come il tecnico non avesse più il grande mixer ma un semplice computer: la qualità ci ha soddisfatto, ci ha guadagnato... Le nuove tecnologie non sono appannaggio esclusivo del pop e della musica dance, anche per i rockettari implicano frequenze più stabili e suono più limpido, perché senza cavi si ottiene la riduzione delle sorgenti rumorose.
Ultimamente cosa senti? C’è un genere che ha rimpiazzato quello che vi ispirò?
Ascolto Nickelback, un gruppo dei ’90, oppure musica più moderna come Ed Sheeran. Le venature funk dei Madax derivano anche un po’ da me che amo alla follia Jamiroquai. Il rock anni ’80 è stato sostituito dal pop radiofonico: prima la musica era anche filosofia, ha trasportato pensieri più di quanto riesca a fare oggi: siamo caduti in basso e le radio commerciali non hanno giovato secondo me a un recupero di questa primigenia funzione.
Cosa propongono i Madax dal vivo?
Ai concerti presentiamo il disco e facciamo alcune cover, dipende dal tempo che abbiamo. I Toto ci vengono bene perché li suoniamo da anni e ci identificano meglio. Abbiamo suonato a Vienna ma l’entusiasmo è alto anche in Val Gardena dove possiamo contare sui nostri cinquanta fans. Anche altrove in provincia, solo in pochissimi casi abbiamo trovato un pubblico che non balli e non si lasci conquistare dalla nostra musica.
Progetti futuri e un sogno inconfessabile?
Stiamo scrivendo canzoni, con il bassista Alex impegnato nei testi e io insieme al chitarrista David a curare la musica, senza contare gli apporti degli altri membri: il prossimo music video sarà pronto l’anno prossimo e il nuovo album seguirà in due o tre anni. Quanto al sogno è facile: suonare in un mega festival...
[D.B.]