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1018 marco mandorlini violinista giramondo che ama l hockey

La stagione sinfonica 2018/19 dell'Orchestra Haydn si inaugura il 16 ottobre con musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e Hans Rott. Abbiamo raggiunto Marco Mandolini - primo violino, canadese trapiantato a Bolzano dopo lungo peregrinare - a Firenze, dove ha partecipato all'allestimento del Trovatore e del Rigoletto come “spalla” dell'orchestra del Maggio musicale fiorentino.

La musica era di casa in famiglia?
I miei genitori non erano musicisti, il nonno materno lo era, suonava la tromba, a Roma era stato parte della Banda dell'Aeronautica. In casa avevamo una bella collezione di dischi, a tutti piaceva la musica. Ho un fratello maggiore di due anni e una sorella più giovane: tutti e tre a sette anni abbiamo cominciato lo studio del flauto dolce e del violino, dunque io a cinque ho potuto ascoltare mio fratello.
Montreal, al pari di Bolzano, è una città bilingue. I suoi genitori sono italiani, lei è cresciuto parlando italiano, francese e inglese?
Con mia madre parlavamo in italiano. Mio padre, per aiutarci, ci parlava in francese, che conosceva bene. Il francese era anche la lingua degli amici. L'inglese l'ho imparato a scuola, dagli otto anni.
Quale è stato il percorso che l'ha fatta approdare a Bolzano?
Sono stati gli studi a condurmi a Bolzano, ma anche il caso, o il destino. Da Montreal mi ero spostato in Olanda, per alcuni mesi a Praga, e per tre anni ho vissuto a Vienna. Avevo iniziato anche a lavorare, come parte della Wiene KammerOrchester. Su una rivista avevo trovato l'annuncio del concorso per “spalla” dell'Orchestra Haydn. Non pensavo a trasferirmi in Italia. Ma poi ho vinto il concorso, e a Bolzano mi sono trovato subito a mio agio.
Essere “spalla” dell'orchestra, cosa significa, ovvero quali responsabilità comporta?
La “spalla”, o “Konzertmeister” alla tedesca, ovvero il “primo violino”, deve essere il punto di riferimento assoluto per tutti i musicisti dell'orchestra. Alle prove la “spalla” deve capire le intenzioni del direttore e trasmetterle al gruppo. Deve scegliere le arcate, se suonare con tanto oppure poco arco alla punta o invece al tallone, e così via. La “spalla” ha anche il compito di eseguire i passi solistici.
Che violino suona?
Il mio è uno strumento del 1887 di Eugenio Degani, acquistato da un liutaio e collezionista a Milano.
Si dice che la musica sia un “linguaggio universale”: lei concorda?
Assolutamente sì. In campo artistico a mio parere è il linguaggio più universale: da New York a Tokyo vengono apprezzati i grandi autori, e ciascuno, sia tra il pubblico che tra i musicisti, in relazione alla propria cultura e sensibilità, li percepisce a suo modo.
Ha degli hobby, delle passioni extramusicali?
Viaggiare è la mia grande passione, da sempre. Grazie alla musica ho fatto quasi il giro del mondo. Mi piace anche lo sport, hockey su ghiaccio innanzitutto.

CHI È MARCO MANDOLINI
Marco Mandolini, violinista classe 1968, ha iniziato gli studi al Conservatorio di Montreal, sua città natale, si è perfezionato in quello di Utrecht e presso la Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Vienna. Dal 1997 è “spalla” dell'Orchestra Haydn. Del suo prestigioso curriculum qui segnaliamo che è stato “spalla” ospite delle Orchestre del Teatro alla Scala, del Maggio musicale fiorentino, del San Carlo di Napoli, del Comunale di Bologna, del Lirico di Cagliari, de Teatro La Fenice, dell'Orquésta sinfònica de Galicia e dell'Orquésta filarmònica de Gran Canaria.

PRIMA STAGIONALE IL 16 OTTOBRE A BOLZANO
L'Orchestra Haydn aprirà la stagione sinfonica 2018/19 il 16 ottobre alle 20 nell'auditorium di via Dante a Bolzano (con replica il giorno dopo a Trento). In programma brani di Mozart e Hans Rott per la direzione di Arvo Volmer.

[M.F.]